Quando l’arte è per tutti fa fiorire anche un Megastore: l’esposizione “Fiori di Luglio” di Vincenzo Lo Sasso sarà visibile fino al primo settembre 2019 al Terzo Piano del Mondadori Megastore di Piazza Duomo; l’idea è nata all’interno del progetto culturale – St. Art. L’arte per tutti – curato da Angelo Crespi che ci introduce alle opere dell’artista:
«La mostra è ispirata ad una composizione, quasi un gioco, di fiori dell’aglio, proveniente da alcune foto scattate in passato e poi riprodotte ad olio su tela. Vincenzo Lo Sasso è un artista poliedrico che usa vari materiali: c’è in corso, a Sesto calende – presso la Fondazione Sangregorio – una sua mostra di sculture in marmo; ma è stato anche un fotografo di moda ed un pittore. Questa mostra è un piccolo focus all’interno della sua produzione per il progetto – ST. Art. L’arte per tutti – che, da tre o quattro anni, tutti i mesi vede un artista coinvolto e presentato in questo bellissimo spazio affacciato su Piazza Duomo: un panorama stupendo su una delle cattedrali più importanti della storia dell’arte, ovvero il Duomo di Milano; per questo progetto si presentano giovani artisti pop ma, spesso, anche artisti affermati che lavorano con tecniche più tradizionali come è il caso di Lo Sasso».
Vincenzo Lo Sasso ci racconta come nascono le sue opere:
«L’idea nasce sette-otto anni fa durante una permanenza a Minorca dove crescono spontanei i fiori dell’aglio. Sono talmente belli, alti ed intriganti dal punto di vista fisico che, raccogliendone un certo numero e ritornando a Milano dopo questa vacanza, decido di fotografarli in studio. Da qui estrapolo una dozzina di immagini, poi stampate su allumino, ed esposte in tre mostre diverse. Alcuni anni fa li ho riproposti realizzando una serie oli su tela, una parte delle quali è qui in esposizione. La peculiarità di questi dipinti sembra venire dal punto di vista fotografico ma, in realtà, arriva da quello pittorico: da ragazzo ero appassionato di pittura antica – da giovanissimo, verso i tredici, quattordici, quindici anni – e mi sono dedicato allo studio della luce del Seicento, Caravaggio, e tutto quello che è stato poi determinato di conseguenza. Ho imparato a fotografare studiando la pittura del Seicento».
Emanuele Beluffi ci guida nei pensieri che muovono i dipinti:
«Possiamo inquadrare queste opere di Vincenzo Lo sasso nell’ambito del Seicento pittorico, non tanto e non soltanto, per i giochi di luce ma anche per i giochi di ombra. I fiori dell’aglio sono estremamente delicati e complessi nello stresso tempo, con un fusto altissimo, prolificano quasi ovunque sull’isola di Minorca e sono quasi fissi e sussistenti, come se fossero degli esseri umani: Vincenzo ha insistito molto su questa traslazione, quasi fisico-simbolica tra il fiore e l’essere umano; quando si occupava di fotografia di moda, negli anni ottanta, cercava di tirare fuori l’intima essenza del soggetto raffigurato attraverso composizioni stilistiche semplici, senza troppe sofisticherie. Vincenzo è alla ricerca, attraverso l’uso della fotografia e in questo caso della pittura, della intima personalità del soggetto raffigurato».
Daniela Gulino