Venezia – Lo scultore Anton Amort, ha antenati nobili che affondano le radici nella mitologia greca. Come Efesto anch’egli è un artista – fabbro, di conseguenza capace di abilità artigianale e in grado di piegare i metalli alla sua volontà creativa.
“Flame” (2022) esposta nei Giardini della Marinaressa a Venezia, libera la propria sinuosità con elegante cadenza. Assorbendo e al tempo stesso riflettendo la luce naturale, la scultura nobilita le proprie animosità sino a renderle uniche e inimitabili.
Con grazie femminile “Flame” si avviluppa su se stessa attuando un moto ascensionale, come tesa verso una suprema ricerca formale e spaziale.
La sua cristallizzazione la rende eterna e unica, libera da qualsivoglia scontata stilizzazione.
L’armonia delle forme tende altresì ad una umanizzazione che rimanda sia alla danza classica, sia a nobili cadenze ancestrali ma anche a suggestioni generatrici feconde di prosperità.
Attraverso il mutare di ombre e bagliori quelle forme paiono palpitare di umori, passioni, desideri e voluttà.
Il mondo attorno tende ad appartenerle nella misura in cui anch’essa appartiene al mondo che la circonda.
Anton Amort – “Flame” – Venezia – Giardini della Marinaressa, Riva delle Sette Martiri. Fino al 27 novembre. Orario: tutti i giorni dalle 7 alle 20,30. Ingresso libero.
Mauro Bianchini