Dietro il portone – A sentirne l'odore e scoprirne il l' "ordinato disordine" non si potrebbe davvero distinguere da una normale officina metalmeccanica, una di quelle che hanno fatto la storia industriale di Milano. Non fosse altro se non che qui è stata fatta anche la storia dell'Arte.
Siamo di fronte alla Fonderia Battaglia, storico luogo in cui artisti del calibro di Bodini, Pomodoro e Messina venivano, in tempi d'oro per l'arte nazionale e – soprattutto per la sapienza tecnica e artigiana degli artisti stessi – a "dettar legge" ad un'intera squadra di alti artigiani che comprende ancora oggi fonditori, cesellatori, patinatori e saldatori.
Ad accoglierci e guidarci è Danilo Bosio che da anni dirige il manipolo di maestri, con tutto il loro bagaglio di insostituibili conoscenze tecniche imparate sul campo e dal confronto con i migliori autori.
L'odore, si diceva, è quello della cera che fonde, un odore acre e amaro che penetra nel naso come penetra negli interstizi dei calchi che servono per realizzare la magia della fusione a cera persa.
Cera che sarà poi sostituita dal bronzo, nobile ed eterno, esattamente come è accaduto nella creazione, due millenni fa, dei bronzi di Riace, sopravvissuti fino a noi al mare e, grazie ad esso, alle peripezie della storia, creati con la medesima abilità artigianale e potenza artistica da una civiltà, quella greca, che sta alle nostre radici umane e artistiche.
Una vicenda storica e creativa che rientra in quel patrimonio di alto artigianato legato al mondo dell'arte che è uno dei vanti dell'Italia e che rischia di diventare un languido e sbiadito ricordo del passato.
Abilità manuale legata alla sapienza imparata sul campo, fonte insostituibile di conoscenza acquisita che nessuna scuola, se non quella del mondo del lavoro che viene sempre più a mancare, potranno mai restituire.
Il disordine infine è quello della creatività: ovunque stanno sparsi bozzetti, ai muri sono appesi manifesti che testimoniano le cose fatte, i livelli raggiunti.
Alcune immagini sono impresse nel nostro inconscio collettivo come le sfere di Pomodoro o i cavalli di Messina: stupisce sapere che proprio qui sono nate, qui dove il fuoco, invece di distruggere, crea.
Ma meglio delle parole sapranno dire – e spiegare le – le immagini.
Ecco a voi quindi il documentario realizzato dentro la fucina della scultura d'autore.