Declinare il nome di Lucio Fontana porta d’istinto ai tagli e ai concetti spaziali.
A dare una visione altra di colui che diede avvio alle teorie sullo spazialismo concorre “Lucio Fontana. Catalogo ragionato delle sculture in ceramica”, curato da Luca Massimo Barbero realizzato per la Fondazione Lucio Fontana con Silvia Ardemagni e Maria Villa in veste di Presidente e vice Presidente della medesima Fondazione.
Fontana non considerò mai marginale il suo impegno verso la ceramica. Tale testimonianza è dettata dalle duemila opere presenti in volume, delle quali milleseicento inedite atte a mettere in evidenza la costante applicazione e considerazione che il Maestro aveva per un simile materiale. Lapidaria in merito la sua storica affermazione ”I critici dicevano ceramica. Io dicevo scultura”.
La prima parte del testo è dedicata ai lavori eseguiti tra il 1929 e il 1930 e tra il 1964 e il 1965 realizzati nella manifattura di Tullio Mazzotti ad Albisola. Opere che comprendevano rappresentazioni di figure animali, di battaglie, insiemi di maschere e soggetti religiosi.
La successione tematico-cronologica con cui è stata concepita la pubblicazione, rende a pieno quanto la ceramica per Lucio Fontana (Rosario-Argentina 1899- Comabbio 1968) abbia rappresentato un potenziale espressivo dove ad animare la spazialità concorrevano materia, forma, colore.
Luca Massimo Barbero – “Lucio Fontana. Catalogo ragionato delle sculture in ceramica” – Skira, pp 824, Euro 350.
Mauro Bianchini