Busto Arsizio – Sono Paesaggi dell’impossibile, capaci di sorprendere e stupire quelli che Patrizia Piga presenta nella collettiva, allestita a Palazzo Marliani Cicogna, in occasione del Festival Fotografico Europeo. Vedute denominate Foodscape dove il cibo, diventa il protagonista assoluto di un mondo altro, fantastico e surreale. Scenari dell’immaginario, nei quali mezzo limone diventa un grande ombrello mentre, nello sfondo, si agita uno schiumoso mare “di birra” in tempesta. Luoghi in cui una foglia di insalata, come una gigantesca onda oceanica, si fa cavalcare da un’abile surfista; ed ancora vulcani di farina, pronti a cuocere uova, sotto lo sguardo di alberi- forchette dalle ricche fronde fatte di tagliatelle avvolte sui rebbi. Cipolle, che per incanto diventano ora mongolfiera, tra riccioli di burro, ora incantevole carrozza, come quella di Cenerentola, per intenderci. E cavolfiori, che come vecchie querce sfilano in sfondi dal “gusto” lunare.
Una creazione, quella della fotografa piemontese, che infrange le regole, abbattendo con ironia le barriere delle tradizioni con la potenza di un’immaginazione che sta a metà, tra la fantasia e il sogno. Visioni dove le proporzioni vengono stravolte e dove nulla corrisponde alla conoscenza del vissuto. Fotografie da osservare fino ai più piccoli dettagli,capaci di stimolare grande curiosità.
Nei lavori della Piga si concentrano, oltre ai richiami surrealisti, (è attratta dai grandi maestri come Magritte, De chirico e dal movimento artistico Surfanta di Lorenzo Aldessandri) le esperienze lavorative e i ricordi delle letture da bambina. Dopo oltre vent’anni di fotografia commerciale, durante i quali ha realizzato scatti per confezioni di prodotti come pizze o panettoni, ha deciso di affermare la propria identità mettendosi in gioco con nuove sperimentazioni .
Il vissuto, “condito” con gli echi di fiabe, racconti e sogni, si libera da vincoli e regole diventando una spettacolare “ricetta” nella quale Patrizia si abbandona “insaporendo” le composizioni.
Nasce così una nuova dimensione, espressa in particolare nel ciclo di opere intitolato Phantasmagorical, nella quale l’autrice invita gli osservatori ad entrare, non solo per conoscere il suo universo ma, anzi, per far sì che ciascuno possa crearne uno proprio.
Sorpresa, meraviglia e divertimento sono le reazioni dei visitatori davanti a queste opere. E chissà come reagirebbe Arcimboldi “pioniere del Foodscape” in tempi non sospetti?…
La mostra sarà visitabile sino al 28 aprile. Orari al pubblico: martedì, mercoledì e giovedì 14.30-18; venerdì 9.30-13/14.30-18 / sabato 14.30-18,30/ domenica 15-18,30. Ingresso libero.
Elisabetta Farioli