Milano – Oltre 50 anni di sperimentazioni caratterizzano la ricerca di Yoichiro Kawaguchi iniziata con forme zoomorfe colorate, seguita da esperimenti di computer-grafica composti da rudimentali video in bianco e nero fino alle elaboratissime applicazioni immersive di intelligenza artificiale.
A dare la misura della sua ricerca concorre “Zero Gravity Evolution”, in corso negli spazi di MEET Digital Culture a Milano. Su una serie di schermi scorrono forme magmatiche multicolori in continua e reciproca contaminazione.
Il loro costante e fluido movimento dà vita a metamorfosi in divenire.
Gli algoritmi creati da Kawaguchi animano evoluzioni di forme il cui moto tende a generare armoniose mutazioni zoomorfe.
In quel continuo variare è possibile scorgere rimandi simili a ramificazioni, radici, insiemi floreali in un alternarsi di immersioni e emersioni.
“Sin da bambino – afferma Kawaguchi (Tanegashiima 1952 – isola subtropicale nella provincia di Kagoshima) – ho assistito al lancio di razzi spaziali sulla mia isola natale, lo facevo con l’idea che in futuro, da grande sarei andato nello spazio, nell’immenso, cosa che poi in realtà ho fatto dopo con il computer”.
Per l’occasione lo spazio milanese è stato trasformato in un nuovo universo dell’arte con una mostra dove la metamorfosi e la contaminazione tra le forme pone una sfida affascinate per il futuro.
Yoichiro Kawaguchi – “Zero Gravity Evolution – MEET – Milano, Viale Vittorio Veneto 2. Fino al 22 gennaio. Orario: martedì-domenica 15-19.Biglietti: intero Euro 10, ridotto Euro 6
Mauro Bianchini