Busto A. – “Fotografare con la penna”. Non poteva esserci titolo più azzeccato per descrivere, in quattro parole, la passione di Giuseppe Magini, architetto noto in città, scomparso nel novembre del 2020 e che ora viene ricordato attraverso una mostra allestita da venerdì (7 gennaio) alla galleria Boragno. Pinuccio, come in molti usavano chiamarlo, è stata una figura attiva nella sua Busto dove ha ricoperto il ruolo di responsabile dell’ufficio tecnico comunale ma soprattutto era conosciuto come studioso di storia locale e del territorio ai quali ha dedicato numerose pubblicazioni. La sua passione più grande è stata l’arte.
“Magini ha da sempre coltivato l’amore per il bello inteso nelle più ampie espressioni – scrive Franco Azzimonti nel testo di presentazione della mosta. E continua: Tra queste vi è un iniziale amore per la fotografia”.
Fermare l’attimo, immortalare il momento per conservare un prezioso istante nella memoria per riviverlo nei ricordi. Ma il desiderio di cogliere e “far propria” l’immagine non si fermava alla fotografia. Anche il disegno si faceva “complice” per “possedere” luoghi, paesaggi, monumenti o semplici particolari architettonici…
“Riordinando lo studio – racconta Malù, la moglie, – ho trovato i suoi disegni: una pila di fogli alta circa ottanta centimetri. Quando viaggiavamo aveva sempre penna e blocchetto sul quale annotava scenari e scorci. Disegni che spesso non venivano più ritoccati se non talvolta con l’aggiunta di un po’ di colore”.
Schizzi, alcuni dedicati anche a Busto, che sono raccolti nella mostra di prossima apertura. Tanti gli amici che hanno voluto e sostenuto l’idea di ricordare così l’architetto: attraverso i suoi appunti d’arte. Quell’espressione, con la “A” maiuscola, che tanto amava e davanti alla quale si sapeva stupire sempre, sia nell’immagine del Creato sia nelle opere dei numerosi artisti dei quali ha scritto testi critici o presentazioni.
“Riusciva sempre a tovare il modo di valorizzare e dar significato alle loro opere – commenta la moglie – senza elogi gratuiti ma sapendo cogliere le intuizioni e i significati al di là delle intenzioni”.
Magini sapeva entrare, con la propria sensibilità, nella parte più profonda dell’anima degli artisti, coglierne gli aspetti più reconditi e portarli alla luce. Mai con invadenza ma sempre con grande garbo, quella gentilezza e signorilità che l’ha sempre contraddistinto, come uomo e come professionista.
La mostra, nello spazio di via Milano sarà inaugurata sabato dalle 17.45 e proseguirà fino al 16 gennaio con i seguenti orari: martedì – venerdì dalle 16 alle 18.30; sabato e domenica: 10.30-12.30/15.30-18.30.
E.Farioli