La riscoperta di un'arte – Non capita tutti i giorni di entrare in un laboratorio di incisione. Forse non capita anche perché pochi conoscono e sanno apprezzare questa arte: considerata un po' una sorella minore della pittura, spesso non le si dà il giusto valore. In realtà entrando nel laboratorio di Franco Lombardini si può venire a conoscenza di un mondo assai complesso che ruota tutto intorno a questo splendido oggetto posto al centro della sala: il torchio. Uno strumento che simboleggia la nascita di questa passione, poiché l'artista (che a tutti gli effetti deve essere considerato tale) se ne fece realizzare uno su misura proprio per dar inizio alla sua attività di incisore acquafortista.
Autodidatta – Accade pochi anni fa, nel 2000, quando Franco, assolutamente in maniera autonoma, apprende questa tecnica presso i gesuiti dell'Istituto Filosofico Aloisianum di Gallarate decide di applicare la sua già consolidata abilità di disegnatore, coltivata sin da giovane, alla lastra di metallo che dà vita all'acquaforte. Quest'arte così antica, che artisti come Dürer sin dal 1500 praticavano con esiti ineguagliabili, prevede procedimenti articolati e precisi, che richiedono la necessaria abilità, precisione e, soprattutto, una vocazione alla purezza del disegno e all'emergere delle forme che è tutta nel sentimento dell'artista.
Artigiano e artista – Il temine acquaforte in latino indicava l'acido nitrico che ancora oggi viene versato sui solchi incisi dal bulino sulla lastra di metallo, poi inchiostrata e passata sotto il torchio per imprimere il disegno sulla carta. Franco ci spiega con entusiasmo tutti i passaggi di questo processo e dimostra una passione da artigiano per i materiali e gli attrezzi, e una vena d'artista nel disegnare con estrema precisione i soggetti delle sue opere. C'è inoltre da tenere presente che questa tecnica richiede uno sforzo eccezionale nel saper disegnare prefigurandosi mentalmente l'immagine al rovescio, senza possibilità di errore. "Mentre un quadro può essere corretto all'infinito – sottolinea l'artista – il lavoro sulla lastra non permette la visione globale dell'immagine ed il controllo costante dell'esecuzione". Si tratta, infatti, di una fittissima trama di minuscoli segni che quasi per magia sembrano dar vita a immagini molto suggestive.
L'arte del rovescio – Questa cosiddetta "arte del rovescio" ben si addice alla scelta di Franco di ribaltare improvvisamente la sua vita ordinaria, di abbandonare il suo lavoro e dedicarsi esclusivamente a ciò che più lo gratifica. Una scelta a dir poco coraggiosa, che tenta di far sopravvivere un'arte antica e apprezzata purtroppo ancora da pochi estimatori, e una professione, quella dell'artigiano che conosce il suo mestiere in tutti gli aspetti e, come Franco, si occupa di ogni singola fase di lavorazione delle opere.
Aquafortis – La mostra, dal titolo "Aquafortis", verrà inaugurata sabato 25 ottobre nel suo nuovo studio in via Turati e presenterà una serie di acqueforti e acquetinte. L'esposizione è stata fortemente voluta da Cristina Moregola che ha curato la riflessione contenuta all'interno degli inviti e che sarà presente all'inaugurazione. Il resto possiamo affidarlo alla bellezza di questi capolavori, il cui potere di attrazione risiede indubbiamente nella necessaria abilità tecnica dell'artista, nel fascino di un lavoro fatto di inventiva, pazienza, accuratezza. Quanto possano ancora essere apprezzate certe qualità, in un mondo che scatta immagini col telefonino e le modifica in pochi secondi con il pc, è la sfida che Franco Lombardini lancia tutti i giorni, a sé stesso e a tutti noi.
"Aquafortis"
di Franco Battista Lombardini
A cura di Cristina Moregola
Inaugurazione: sabato 25 ottobre 2008, ore 18.30
Via Turati, 2 – Busto Arsizio (VA)