Ennio Morlotti definì i suoi dipinti "profondi, accorati e personali". E in effetti le opere di Edoardo Fraquelli (1933-1995) hanno un accento intimo, privato, una carica emozionale che, come i suoi scritti, accende di luce «la dialettica tra parola e immagine, tra spazio e tempo, tra visibile e invisibile». Proprio a Tremezzo, suo paese natale, è possibile ammirare fino al 28 ottobre una corposa antologia della ricerca condotta nell'arco di quarant'anni di attività, con opere provenienti dalla collezione degli eredi e da altre collezioni private, oltre che dal fondo del collezionista-mecenate che lo ha seguito con dedizione per oltre quindici anni.
Una pittura che riflette tutte le sfumature di una vita travagliata, segnata da una serie di problemi fisico-psichici e da profonde crisi che gli hanno imposto lunghi soggiorni in centri di salute mentale. Nonostante le difficoltà Fraquelli ha saputo sublimare tutti questi momenti bui in vedute di natura e in visioni interiori realizzate attraverso colori squillanti o terrosi.
Pennellate ampie e pastose stratificazioni di colore trasfigurano i soggetti trasformandoli in composizioni informali, ma senza dubbio poetiche.
Stefano Agosti parla di «una serie allucinante (e allucinata) di paesaggi, appunto, desolati, la cui rappresentazione si raccoglie – al centro del quadro – in una sorta di grande gomitolo, o groviglio, fatto di nervature serpentine, rottami accatastati, o forse anche di ossami calcificati, ove i toni bruni e rossastri si accavallano sul fondo di stratificazioni tenebrose, il tutto magari circondato dagli ori, gli ocra, i verdi smorzati di una terra perduta». Ma in ogni suo tela si apre uno squarcio luminoso, una sorta di piccolo paradiso in tanta sofferenza che sembra palesare la speranza in un avvenire più sereno.
EDOARDO FRAQUELLI. La terra, la luce
Tremezzo (CO), Villa Carlotta
Fino al 28 ottobre 2012
Orari: dalle 9.00 alle 18.30; dal 22 ottobre dalle 10.00 alle 17.30 (la biglietteria chiude mezz'ora prima)
Informazioni: tel. 0344.40405