Lecco – Palazzo delle Paure si prepara a ospitare dal 18 marzo la mostra “Futuristi. Una generazione all’avanguardia”. La mostra indaga la presenza di nuovi linguaggi nell’Italia dei primi decenni del Novecento concentrandosi sull’esperienza futurista, nelle sue molteplici espressioni, attraverso le opere dei suoi più celebri rappresentanti: da Giacomo Balla a Luigi Russolo, da Gino Severini a Enrico Prampolini, da Filippo Tommaso Marinetti ad Antonio Sant’Elia, da Fortunato Depero a Tullio Crali, a molti altri ancora.
Si tratta del secondo dei cinque appuntamenti di Percorsi nel Novecento, programma ideato dalla Direzione del Sistema Museale Urbano Lecchese e affidato per la sua progettazione e realizzazione a ViDi Cultural che, fino a novembre 2024, analizzeranno la scena culturale italiana nelle prime sei decadi del XX secolo.
La rassegna, a cura di Simona Bartolena racconta, nelle sue diverse declinazioni, uno dei movimenti d’avanguardia più importanti d’Europa, nato e sviluppatosi in Italia e i suoi rapporti con la scena europea e con la società italiana del tempo. Il Futurismo ha saputo portare la sua ventata di novità e rivoluzione nelle arti visive, nella letteratura, nella musica ma anche nel vivere quotidiano.
Il Percorso espositivo
Il percorso espositivo, suddiviso in sette capitoli, propone una panoramica coinvolgente sugli esiti noti e meno noti del movimento e si apre con la sezione che ripercorre le origini del movimento, a partire dal 20 febbraio 1909 in cui sulle pagine del quotidiano francese Le Figaro, Filippo Tommaso Marinetti pubblicò un articolo intitolato Le Futurisme nel quale con toni accesi e provocatori, caratteristici della sua prosa, propugnava la necessità di una rivoluzione, per distruggere ogni “passatismo” e per lasciare finalmente spazio al “nuovo”.
l racconto prosegue indagando la relazione tra il Futurismo e il primo conflitto bellico mondiale quando i futuristi sostenevano il credo interventista, sperando in un sensibile miglioramento delle condizioni della Nazione grazie alla politica imperialistica. Una splendida tela dedicata a Francesco Baracca di Plinio Nomellini offre anche occasione per riflettere sul rapporto dell’avanguardia futurista con il Divisionismo.
Un focus è dedicato anche al ruolo che il Futurismo ha avuto nella nascita dei nuovi linguaggi sperimentali di inizio secolo scorso, in particolare con il Cubismo, anche attraverso la figura di Gino Severini, vero e proprio trait d’union tra i due mondi.
Un interessante approfondimento, finora poco indagato, è riservato anche alla presenza di ipotesi astrattiste nella produzione italiana, con opere di autori quali Giacomo Balla e con una parentesi dedicata agli astrattisti comaschi quali Manlio Rho, Mario Radice e Carla Badiali e al loro rapporto con Marinetti.
La rassegna lecchese passa quindi ad analizzare una delle istanze più innovative del linguaggio futurista in pittura, ovvero quella di riprodurre un oggetto in movimento, collocando lo spettatore di fronte a una composizione in divenire, sollecitandone sensazioni dinamiche, attraverso una serie di lavori di Luigi Russolo, Roberto Iras Baldessari, Giulio D’Anna e altri, nei quali i concetti di dinamismo, simultaneità e compenetrazione dei piani visivi sono particolarmente evidenti.
Lungi dall’essere considerato solo un movimento artistico, il Futurismo si apriva a un dialogo con le altre forme espressive, dal cinema alla letteratura, dalla musica al teatro, dalla cucina alla moda, pubblicando tra il 1909, data della fondazione del gruppo, e il 1916, oltre cinquanta manifesti che si occupano dei più diversi linguaggi. La sezione Un universo futurista, nucleo portante dell’esposizione, presenta importanti testimonianze dell’interazione con le arti applicate, la comunicazione pubblicitaria, il design, il teatro, la danza, la musica. Particolare attenzione sarà dedicata alla ricerca di Fortunato Depero e al suo rapporto con Campari e di Luigi Russolo del quale saranno esposti gli Intonarumori di Luigi Russolo.
La mostra si chiude esaminando l’evoluzione dell’Avanguardia futurista, così come si è sviluppata negli anni trenta del Novecento dove le nuove generazioni si adeguano al nuovo clima sociale e politico, trasformando il futurismo storico in un movimento meno coerente e certamente meno utopistico e rivoluzionario, ma ancora capace di rappresentare l’attualità.
Tra le diverse correnti nate in questo periodo si distingue quella dell’Aerofuturismo, nata dalla passione per il volo aereo, e quella della visione “cosmica”, caratteristica della ricerca più tarda, aperta a suggestioni spirituali ed esoteriche, con opere di autori quali Tullio Crali, Gerardo Dottori, Giulio D’Anna, Fillìa, Thayaht, Alessandro Bruschetti, Barbara e altri.
L’esposizione rimarrà in calendario sino al 18 giugno osservando i seguenti orari di apertura al pubblico: martedì 10-14; da mercoledì a domenica 10-18