Armanti a Varese
Demitizzare il mito, estrapolandolo dal suo contesto e riattualizzandolo nella nostra epoca contemporanea: la ricerca artistica di Carlo Adelio Galimberti si muove appunto in questa direzione.
Egli scava nella mitologia antica, come farebbe un archeologo, per rinvenire e far emergere dal passato i resti di una cultura remota e aulica: però, riportandoli alla luce, inevitabilmente li trasforma, introducendoli in un ambiente che non è più il loro.
Togliendo la patina di polvere che li celava, toglie anche l'aura che li ammantava: e così il mito viene de-sacralizzato e diventa quotidiano. Suo malgrado viene a trovarsi a contatto con oggetti comuni, che fanno parte della nostra realtà moderna, abituale, entrando così nella routine di tutti i giorni.
In questa sua recente mostra, allestita presso la Galleria Arte Armanti di Varese e intitolata "La belle dame sans merci", la sua attenzione si focalizza in modo particolare sulle figure mitologiche femminili, confrontandosi con il tema della femme fatale.
Nella letteratura moderna e contemporanea la femme fatale ha avuto una vasta risonanza, spesso in accostamento con il suo alter ego, la femme fragile, che ne rappresenta tanto la controparte, quanto il suo lato nascosto: spesso descritta di una bellezza eterea, languida e quasi spettrale, seducente e splendente con la sua pelle diafana e di un candore innaturale, estremamente affascinante nella sua delicatezza e fragilità, ma tanto sublime da essere pericolosa e, appunto, fatale.
Con grande originalità, Galimberti rilegge le più celebri figure femminili della mitologia, rapportandole a questa visione della femme fatale diffusasi nella modernità, creando opere nelle quali le protagoniste si ritrovano in ruoli inconsueti.
Della Venere di Botticelli, ad esempio, non rimane che un solo frammento del viso, accanto ad un delicato bocciolo di rosa reciso, unico segno di una primavera che non fiorirà più.
Allo stesso modo, la statua greca di una donna che si nasconde il seno viene significativamente accostata ad una Marylin Monroe sorridente, ripresa nella sua celebre posa con la gonna svolazzante, quasi ad indicare la metamorfosi del pudore dalla grecità ad oggi.
Nel quadro che rappresenta il mito di Pandora, poi, si vede la donna che, del tutto incurante e quasi inconsapevole della tremenda calamità appena scatenata dal suo sconsiderato gesto, ascolta tranquillamente della musica con le cuffie e con un moderno i-pod.
Nel dipinto della Sirenetta, invece, la creatura marina contempla tristemente il suo mare, inquinato da una lattina gettata tra le onde.
Carlo Adelio Galimberti, diplomato in Pittura all'Accademia di Brera, dal 1978 allestisce mostre personali in alcune tra le più importanti città italiane.
Invitato a numerose mostre collettive in Italia e all'estero, è altresì vincitore di diversi premi e di prestigiosi riconoscimenti. È consulente artistico per lo Studio Ambrosetti – The European House, e svolge consulenze per questioni iconografiche e storiche dell'arte per alcune aziende italiane, oltre a tenere conferenze, incontri e dibattiti su questioni tecniche, storiche e teoriche dell'arte, organizzate da istituzioni pubbliche e da associazioni culturali private. Collabora con riviste di storia del disegno e dell'incisione antica e moderna, oltre che con alcuni tra i più importanti editori italiani. È infatti autore e collaboratore di testi teorici e storici dell'arte, e quest'anno ha pubblicato il testo "Mogli, garzoni e amanti. Amore ed erotismo nella vita e nell'opera degli artisti del Cinquecento".
Mauro Corradini lo descrive in questo modo: "La grafia di Carlo Adelio quando dipinge storie è rigorosa; analizza il racconto, fissa per se stesso le coordinate di un'interpretazione che gli appartiene, e probabilmente ha cullato a lungo dentro di sé; poi scompagina le carte, trasferisce le ambientazioni in luoghi diversi, lontani rispetto a quelli della tradizione; modernizza gli abiti, soprattutto lascia che lo studioso e il fine conoscitore riemergano, regalandoci citazioni che vanno dalla classicità umanistica agli echi di quel disfarsi della norma, che prende corpo sul finire del Diciannovesimo secolo. […] Per leggere tutto questo, per entrare in questo mondo, vero, narrato e sovente "rovesciato", per entrare nella contraddizione, umana, troppo umana, che attanaglia le figure, occorre rinnovare dentro di noi il gusto del narrare, la pittura come arte che svela, il senso del ritmo narrativo e contemporaneamente il gusto dell'Autore di travolgere le troppo fragili barriere della convenzione; ogni storia diviene altra, senza perdere il senso di questo accadere, il sottile mistero di una bellezza che conduce alla perdizione".
"La belle dame sans merci"
Mostra personale di Carlo Adelio Galimberti
Dal 5 novembre al 10 dicembre 2011
Inaugurazione sabato 5 novembre alle ore 18,00
Varese, Galleria Arte Armanti, Via Avegno 1
Orari: dalle 9.30 alle 12,00 e dalle 15.00 alle 19.00
Info: tel. 0332 231241 – artearmanti@gmail.com – www.artearmanti.it
http://www.carloadeliogalimberti.it/dipinti.html