Convegno "Verso il geoparco dell'Insubria", Varese, Salone EstenConvegno "Verso il geoparco dell'Insubria",
Varese, Salone Estense

Studiare il territorio – Anche studiosi e ricercatori portano il loro contributo alla "causa" dei geositi dell'Insubria, il progetto inserito nell'ambito del programma Interreg Italia-Svizzera, che intende ripercorrere la storia e l'evoluzione del paesaggio insubre, vera palestra per geologi e paleontologi che sin dal XIX secolo ne studiano la varietà delle rocce e la complessità stratigrafica. In un convegno organizzato dal Comune di Varese ed intitolato: "Siti geologici del Comune di Varese… verso il geoparco dell'Insubria", esperti di Scienze della Terra e naturalisti, geologi e rappresentanti delle istituzioni hanno presentato al pubblico i propri studi e fatto il punto della situazione del programma. Il convegno, moderato da Giorgio Marchi, ha visto la partecipazione fra gli altri di Stefano Turri (Parco Regionale Grigna Settentrionale), Alessandro Uggeri (Consulente Parco Campo dei Fiori – Idrogea Servizi S.r.l. Varese), Massimiliano Naressi (docente e collaboratore Studio Congeo Varese) e Alfredo Bini (Dipartimento Scienze della Terra, Università degli Studi di Milano).

Nel solco europeo – Ma che cos'è un geosito? Secondo la

Cartina siti coinvolti (geoinsubria.it)Cartina siti coinvolti (geoinsubria.it)

definizione di W.A. Wimbledon del 1995 "un geosito può essere definito come località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione". Il progetto, ambizioso e raggiunto finora solo da quattro territori in Europa e da 33 nel mondo, è quello di aggiungersi all'Unesco Global Geoparks Network. Ma vediamo più da vicino le tappe del progetto che prende il suggestivo titolo di: "I geositi dell'Insubria. Un itinerario lungo 350 milioni di anni". La splendida roccia calcarea, i fossili, la varietà di testimonianze minerarie sono solo alcuni degli elementi che costituiscono il patrimonio geologico e paleontologico della regione posta a cavallo tra Lombardia e Canton Ticino. La Valle della Fornace, in cui sono presenti testimonianze geologiche uniche che consentono di raccontare la storia del territorio andando indietro nel tempo fino a 5 milioni di anni, le grotte del Campo dei Fiori (oltre 40 chilometri di estensione) e le Cave della Molera a Malnate, utilizzate già nel XV secolo dagli architetti del Cardinal Branda Castiglioni, poi utilizzate per realizzare le brille destinate a ripulire chicchi di riso, sono i tre siti che potrebbero essere presto inseriti nel geoparco dell'Insubria.

La guida ai geositi dell'InsubriaLa guida ai geositi dell'Insubria

Tra opportunità e doveri – Per valorizzare questo patrimonio di eccezionale rilevanza, il territorio insubre ha scelto di candidarsi alla Rete Europea dei Geoparchi per raggiungere fini culturali, turistici e di tutela del patrimonio geo-paleontologico. Per questo riconoscimento mondiale il territorio candidato deve possedere un patrimonio geologico di particolare pregio e valore educativo e una strategia di sviluppo sostenibile. Ma quali sono i compiti di un geoparco europeo? Certamente quello di favorire la conoscenza della rarità dei beni geologici, di conservare l'unicità del paesaggio, di incrementare l'educazione ambientale e il turismo sostenibile. L'ulteriore traguardo è quello della rete mondiale dei geoparchi dell'Unesco.

Strumenti per conoscere – Quattro sono i pilastri del progetto: conoscenza, protezione, valorizzazione e divulgazione. Tanti sono gli attori che stanno portando in porto il programma, tra i quali riveste un'importanza primaria la didattica e il confronto con il pubblico più vasto. Per conoscere la storia dei fossili e la rete dei geositi dell'Insubria ci sono già due utili strumenti: una comoda e agile guida cartacea e il sito web http://www.geoinsubria.it/. La guida bilingue ci accompagna, in oltre 90 pagine, alla scoperta dei geositi e lungo la scala del tempo che dal Pleistocene scandisce la storia delle nostre montagne e dei laghi. Dai geositi della Grigna si arriva a quelli del Lario Intelvese, passando dallo spettacolare Monte San Giorgio ai Corni di Canzo.