Ultima mostra nella sede di Viale Milano per la Civica Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. E Gallarate celebra l’opera MAC, e quella degli anni immediatamente precedenti e successivi, di Gianni Bertini (Pisa, 1921) con un centinaio di opere, provenienti dalla collezione dell’artista stesso e da importanti raccolte private di Roma, La Spezia, Milano e Venezia. Incontrando Emma Zanella, direttrice della struttura cittadina, cerchiamo di soddisfarci alcune curiosità in merito alla mostra ‘Gianni Bertini. Opere 1947-1953’.
Perché Gianni Bertini ora, visto l’imminente trasloco nella nuova sede di Via De Magri?
Perché non si poteva più rimandare. Ci stavamo lavorando da troppo tempo ormai e la nuova struttura non sarà ultimata, almeno in un primo lotto, fino alla prossima primavera. Pertanto abbiamo pensato di realizzarla ora o, meglio, l’artista ha preferito concretizzare il progetto ugualmente nella storica sede di Viale Milano. I tempi erano maturi, se pensi che l’idea risale al 1993 e l’inizio effettivo delle attività di ricerca per il reperimento delle opere al 2003!
Da chi è nata l’idea di una mostra del periodo MAC di Bertini, forse il meno conosciuto e valorizzato della sua produzione artistica?
E’ nata da un incontro tra Silvio Zanella, direttore della Civica Galleria di allora, e Gianni Bertini nello studio di Nansola in Liguria. Mio padre voleva acquistare un’opera realizzata nel periodo in cui Bertini lavorava nel gruppo milanese del Movimento d’Arte Concreta (MAC) per la collezione permanente della Galleria cittadina. E quei lavori poco conosciuti e quindi non abbastanza valorizzati, nelle numerose mostre e retrospettive che gli sono state dedicate in Italia e all’estero, hanno nutrito la possibilità di farne una mostra. Ma in quegli anni non era possibile realizzarla in tempi brevi: il fitto calendario espositivo della struttura gallaratese, i progetti per la tanto attesa nuova ubicazione e gli impegni dell’artista hanno obbligato gli ideatori a rimandare la rassegna, che comunque avrebbe comportato una ricerca di opere ed uno stile espositivo particolare. Non si trattava tanto di esporre i lavori del periodo MAC ma soprattutto che taglio critico adottare.
E qui entra in scena, nella cura della mostra, Luciano Caramel.
Proprio così. Con l’intervento, voluto dall’artista stesso, di Caramel, esperto dell’arte degli anni Cinquanta e quindi anche del MAC, alla mostra è stato dato un taglio geometrico-astratto, preferendolo al figurativo che comunque è presente nell’opera di Bertini. La rassegna pertanto risulta articolata in cinque sezioni. Si apre con le prime opere astratte, tele dagli sfondi monocromi intercalati da piani non rigidi. Prosegue con lavori realizzati tra Pisa e Firenze, che anticipano di gran lunga la pop art americana, in cui segnali, scritte ed immagini pubblicitarie vengono sovrapposti all’astrazione convenzionale. Raggiunge il suo culmine nel nucleo di opere astratto-concrete del periodo tra il 1949 e il 1951, appunto negli anni del MAC. Qui una pittura semplice, lineare ed elegante si distingue per rigore e controllo, rispondendo agli stimoli del gruppo dei colleghi milanesi Dorfles, Monnet, Munari e Soldati, di cui la Gam di Gallarate in quest’occasione espone la propria raccolta.
Perché Bertini non approfondisce questi lavori, ma abbandona tutto per passare ad altro?
Perché parte per Parigi alla ricerca di novità. Non era soddisfatto. Riteneva il MAC troppo rigido e fermo e decide di affrontare l’esperienza artistica in una città ‘aperta’, libertina e ricca di stimoli, come solamente Parigi a quei tempi poteva essere. A Parigi l’informale era già maniera. Si lascia così l’avventura del MAC alle spalle. Poi a Venezia sperimenta gli smalti, che fa colare ed esplodere sulla tela in opere informali e spaziali. Siamo negli anni che vanno dal 1951 al ’53
Un grande anticipatore dunque…
Meglio. Bertini è sempre stato un precursore intuitivo e straordinario. I suoi passaggi non sono mai stati graduali, ma di rottura. Non ha mai cercato la via di mezzo, ma sempre la novità: un’originale modo di esprimere le proprie idee estetiche. Qui stile, carattere e forza creativa si fondono. Fuggendo la maniera e l’accademismo si è rifugiato nella sperimentazione, regalandoci opere prodigiose.
Una mostra che sicuramente piacerà a tutti quegli appassionati d’arte che amano il dinamismo, la vivacità e l’ebbrezza creativa sulla tela e nella vita.
Gianni Bertini. Opere 1947-1953
Gallarate
Civica Galleria d’Arte Moderna
Viale Milano 21
fino al 9 luglio
ingresso libero
mar-dom 10-12.30 e 14.30-18.30
http://www.gam.gallarate.va.it/
Catalogo Silvana Editoriale, info 0331-791266