Sesto Calende, Arsago Seprio, Castelseprio ed Angera. Quattro musei che nello scorso week end sono stati protagonisti di una staffetta "archeologica", che ha visto protagonisti bambini dai cinque ai tredici anni.
Dalla teoria… I quattro musei ospitano infatti la mostra diffusa "Armille, fibule e castoni", dedicata agli elementi di decorazione personale dei popoli che nel passato hanno abitato il Varesotto: Celti, Romani e Longobardi. Si passa così dalle fibule, le spille da balia decorate da catenelle nell'epoca golasecchiana, ai ganci di cintura longobardi, impreziosite dalla lavorazione ad agemina; senza dimenticare gli anelli con castone di epoca romana.
Alla pratica! A lato della mostra il Simarch ha organizzato, fra sabato e domenica, in una marcia senza sosta, laboratori per bambini, che hanno potuto
riprodurre i monili antichi e tentare le più svariate creazioni artistiche.
Al via con Sesto! Si è iniziato sabato mattina a Sesto, dove nel cortile della biblioteca, proprio di fronte al Ticino, una ventina di ragazzi, soprattutto delle scuole elementari, ha tentato di riprodurre ornamenti dell'età celtica. Non dimentichiamo che il Museo di Sesto ospita importantissimi oggetti dell'epoca golasecchiana, fra cui la famosa Tomba del Tripode e la città stessa è stata luogo di scavi che hanno portato alla luce necropoli e abitati di quell'epoca. Materiali semplici, come corde, lamine in rame, fili di ottone e rame, si sono trasformati in spille con pendenti, cinture con borchie, collane.
Ad Arsago e Castelseprio, con i Longobardi! Nel pomeriggio invece "l'officina" si è trasferita al Museo di Arsago. Una rapida visita alla sezione longobarda e alla necropoli e i ragazzi, una quindicina, si sono messi all'opera. Anche questa volta monili, ma ispirati ai Longobardi, un dovuto omaggio a questo popolo che in Arsago creò la necropoli, fra l'altro l'unica a vista in tutta Italia. Ecco così che dall'argilla sono nate palline decorate, infilate poi nel filo e usate come vaghi di collana. Dalle lamine i bambini hanno ricavato crocette,
come quelle che i Longobardi erano soliti attaccare al petto dei propri defunti, e anelli sigillo, come quello famoso di Ratchis. Stessi materiali, stessa "aria longobarda" per il laboratorio della domenica mattina a Castelseprio: nel cuore dell'Italia Langobardorum rifiorisce, in modo diverso, l'arte dell'oreficeria.
Ad Angera! Ha chiuso la staffetta il Museo di Angera, dove oltre trenta bambini hanno riportato la città indietro nel tempo, quando, in epoca romana, Angera era un importante città sul Verbanus, il lago Maggiore. Come? ancora una volta, in un altro laboratorio, si sono ricreati monili ispirati a quelli di epoca romana. Fra questi va ricordato l'ago crinale, usato dalle donne per raccogliere i capelli e soprattutto la bulla. Questa era un gioiello indossato esclusivamente dai bambini come portafortuna fino al raggiungimento della maggiore età ed era formato da un disco in metallo che recava all'interno una invocazione alla divinità.
Tanti, tanti bambini hanno risposto a questi appuntamenti del Simarch, molti genitori sono rimasti coi figli e si sono trovati a infilare perline nelle collane o ad arrotolare la corda per farne una cintura. Grande manualità dei ragazzi, anche dei più piccoli che trionfalmente si sono portati a casa almeno un gioiello da regalare alla mamma.
La storia si fa gioco e diviene immediata. Celti, Romani e Longobardi diventano più familiari ai ragazzi e si pongono così le basi per la nascita di una coscienza culturale collettiva.