La gallaratese Angela Orsini si è diplomata all'Accademia di Brera in 'Comunicazione e Organizzazione per l'Arte Contemporanea', nel 2007, sotto la guida di Giovanni Maria Accame. 25 anni con una forte passione per l'arte, la giovane studiosa ha svolto un ricco lavoro di ricerca per ipotizzare un ampliamento della collezione della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate, non distogliendo lo sguardo dalle volontà del suo creatore Silvio Zanella.
Quali sono le motivazioni della scelta del tuo argomento di ricerca?
"Il mio lavoro è nato dal desiderio di concretezza. Non volevo lavorare su un argomento del tutto teorico, non perdere l'occasione di stare a contatto con la realtà concreta. Il desiderio di approfondire la conoscenza della Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate è stato accolto dalla direttrice Emma Zanella che mi ha chiesto di fare un'ipotesi personale sulle modalità di ampliamento della collezione artistica attuale, tenendo conto anche dello spostamento della sede museale".
Come si è strutturata la ricerca?
"Tutto è nato da una frase di Silvio Zanella riguardo la Galleria nel 1983: "integrare con opere significative le posizioni già presenti in Galleria, aggiornare la collezione seguendo le scoperte della critica internazionale, seguire attentamente ed acquisire le nuove posizioni dell'arte emergente". Non mi sono mai distaccata da queste parole, le linee guida della mia ricerca. Ho poi svolto una ricerca storica perchè è dal Premio Città di Gallarate che ha potuto prendere forma la Galleria e la collezione. Ogni opera vincitrice del Premio, istituito dal 1950 ogni due anni, veniva conservato in un deposito nell'attesa di una sede adeguata per conservarla. Così è nata la collezione della Gam. Prima la raccolta di opere e solo dopo il museo".
Che aspetti hai analizzato della collezione per un eventuale ampliamento?
"Sono partita da tre nuclei, che ho definito obbiettivi principali, che ruotano su tre settori fondamentali della collezione attuale: integrare il nucleo esistente della 'Poesia Visiva', completare la sezione dell'arte astratta italiana e ampliare la collezione con una nuova sezione. Per ogni nucleo ho eseguito la descrizione delle opere presenti in Galleria e ho esaminato i possibili artisti nuovi da poter inserire. Inoltre ho considerato le modalità con cui le nuove acquisizioni potevano entrare a far parte della realtà gallaratese. In ultimo ho esaminato l'aspetto museografico, la collocazione cioè dei nuovi pezzi nella situazione espositiva attuale".
Come doveva avvenire l'ampliamento?
"Seguendo le parole di Zanella, un ampliamento della collezione doveva essere compiuto considerando artisti noti o, se meno noti, legati alla zona di Varese. Si doveva anche tenere in considerazione artisti giovani o di respiro internazionale".
Partendo dai tre nuclei principali come hai ipotizzato la crescita della raccolta museale?
"Il primo obbiettivo era quello di integrare il nucleo esistente con artisti internazionali. Io ho proposto il gruppo contemporaneo della 'Forma1', con Accardi, Perilli e altri. Il secondo nucleo riguardava la Poesia Visiva, sezione consistente della collezione. La mia idea inseriva in questa sezione nomi di artisti internazionali che hanno svolto un ruolo fondamentale nella fondazione di tale idea artistica, come Ugo Carrega o C.Francia. Il terzo obbiettivo era quello di completare il patrimonio museale con creazioni di giovani artisti italiani che compiono sperimentazioni nell'astrazione. Tra questi: Flavio De Marco, Giuliano Del Molin, Maria Morganti, Andrea Carini, Roberto Rizzo. L'idea nello specifico era di organizzare una mostra per far conoscere questi giovani creativi".
Ti sei interessata anche della futura sede della Gam?
"Ho dedicato un capitolo all'analisi dell'edificio attuale e di quello in costruzione. L'evidenza è però ricaduta sul ruolo che ha il museo all'interno della società. In relazione a questo ho svolto delle interviste a direttori di realtà museali periferiche, o comunque non di capoluoghi importanti, dal Mar di Ravenna al Museion di Bolzano. Ho fornito una mia personale idea riguardo alla realtà museo. Un laboratorio di idee con un ruolo fondamentale in ambito sociale, di creatore di idee e sede di ricerca".
Le tue ipotesi potranno essere prese in considerazione, anche in vista dell'apertura della nuova sede? Una struttura più ampia potrebbe permettere una collezione di più ampio respiro.
"Io lo spero. Anche se le opere che sono oggi esposte nelle sale della Gam sono un decimo di quelle di proprietà del museo. Con la nuova struttura molte delle opere ora nei depositi potranno essere visibili al pubblico".