Varese – “La prima grande scoperta umana è stata la scoperta della parola” comincia in questo modo Giuseppe Strazzi, nato a Mantova e trasferitosi presto a Varese, dove vive tutt’ora. Autore di molti libri, ha iniziato a pubblicare all’età di 24 anni e ancora continua a scrivere e far leggere i suoi libri e le sue poesie. Lui stesso si definisce “uno stravagante”. La nostra chiacchierata parte da un argomento più ampio su cui si basa buona parte della formazione e della vita artistica di questo autore: la Logopoietica.
“Cominciamo dalle parole: Logos vuol dire ‘parola’, secondo l’etimologia greca, discorso; poietico vuol dire fare, quindi fare con le parole.”
Logopoietica è un progetto che Giuseppe Strazzi ha intrapreso dal 17 Ottobre alla Scuola Teatrale Anna Bonomi. Un corso dedicato a tutti i ragazzi che si preparano ad utilizzare la parola come professione e ai quali Strazzi da importanti lezioni di creazione con la parola.
Nel 2011 aveva già sperimentato questo tipo di lezioni con gli alunni dell’Università di Pechino, una realtà che gli ha lasciato tantissimo e che gli ha permesso di capire quanta importanza ha parola, anche quando non ce ne rendiamo più conto. Lo stesso Strazzi ci racconta come è finita questa bellissima avventura:
“Ai ragazzi il penultimo giorno dissi: «Sentite» – tutti ragazzi di 24 anni che studiano la lingua e la letteratura italiana, molto preparati e molto attenti – «se domani volete venire con delle vostre composizioni le leggiamo davanti a tutti.» Ricordo il Direttore di Italianistica mi disse: «Mah non so, forse sono un pò restii a portarle.» Comunque sia la mattina seguente arrivarono con queste poesie. Ve ne leggo soltanto alcune per dire in che modo la poesia, per questi giovani, diventa il fare, comunica, mette in comunione, una globalizzazione dell’anima e dello spirito più antica di quella economica.”
La situazione, per quanto riguarda la libertà di espressione, a Pechino è molto complessa e diversa dalla nostra, ecco spiegata la difficoltà, annunciata dal Direttore. Questi studenti però, stupendo il Direttore e anche un pò lo stesso Strazzi, che capiva la difficoltà, accolgono l’invito del loro professore e esprimono nei loro testi, scritti in cinese e tradotti in italiano, firmati con pseudonimi, sempre italiani, quelli che sono i loro sentimenti e la loro situazione di vita. Questo progetto si è rivelato veramente stupefacente e per questo Strazzi lo ripropone qui, in una scuola teatrale.
Durante la nostra intervista Strazzi sottolinea come noi, oggi, siamo abituati ad utilizzare un numero molto ristretto di parole e come a volte le utilizziamo male, ecco perchè la Logopoietica, lo studio della parola, è diventato tanto importante.
“La parola è canto” e come tale deve essere sempre usata con un certo impegno, una certa attenzione.
Un rapporto molto stretto lega Giuseppe Strazzi alla poetessa Alda Merini, una di quelle amicizie che vanno avanti per tantissimi anni, che rimane proprio perchè tanto speciale, fatta di grande amore e stima ma anche di semplicità, scherzi, spontaneità.
“De Carli era della Rai e era di Lodi e ha messo in atto tutto un festival internazionale sulla donna, donne famose come Paola Pitagora tra cui Alda Merini. Lui chiamò Alda Merini e lei gli disse: «no io vengo solo se viene Strazzi con me» allora mi chiamò e andammo insieme.”
Con queste parole Strazzi ricorda il suo rapporto con la poetessa, che per entrambi ha avuto una grande importanza, tanto che Alda Merini gli ha scritto e dedicato una poesia. Strazzi racconta di una piccola intervista inedita che lui ha deciso di fare all’amica prima che morisse.
Giuseppe Strazzi è un poeta, ma è anche artista della vita, per tutto quello che ha scritto, che sta scrivendo e che insegna, perchè la bellezza delle parole sta tutta in come vengono usate.
Veronica Pagin