L'arte del libro – José Joaquìn Beeme è il fondatore, proprietario e, allo stesso tempo, unico dipendente della casa editrice la "Torre degli Arabeschi" una realtà editoriale forte ormai di oltre cento titoli di libri d'arte, nata ad Angera. Riprodotto in soli trenta esemplari e creato esclusivamente a mano, ognuno dei volumi realizzati da Josè è una vera e propria opera.
Capolavori che nascono dalla collaborazione con poeti e scrittori ma anche con altri artisti e illustratori come Alberto Casiraghi e Paul Scharf; oggetti che sperimentano un linguaggio artistico multimediale, unendo la scrittura all'immagine al collage e al disegno, cercando di ampliare l'universo simbolico e significante del libro. Ma libri restano a tutti gli effetti, perché si aprono, si leggono e sono fatti di carta.
Un'esplorazione nuova del valore di quest'oggetto a noi così famigliare, che diventa il supporto, oltre che del pensiero scritto, anche del pensiero realizzato in forma di immagine.
Biblioteche fantastiche – "Qui in Italia ci sono illustri riferimenti," esordisce Beeme, "c'è Casiraghi, ad esempio con le edizioni del "Pulcinoelefante", con cui ho collaborato. Tutti hanno uno stile diverso ma quello che li può accomunare è questa voglia di fare libri, restando nella forma di qualcosa fatto di carta, che si sfoglia, che si può seguire pagina dopo pagina. Oggetti che sono al di là del mercato, al di là della grande tiratura, della produzione fatta in serie". L'importanza di un libro d'arte è che ogni singola copia diventa unica: è l'unicità, realizzata con una produzione artigianale, quella che definisce un libro d'arte, ogni libro diventa un contenitore di tante altre cose, ma anche di forme.
Continua Beeme: "L'idea nasce da una reciprocità, tra me e il poeta e tra il poeta e me, alle volte sono io che contatto lui, altre sono loro i primi. Deve esserci un rapporto di amicizia che viene man mano che si lavora, lavorando proprio su un progetto comune".