La Permanente di via Turati, 34, dedica una splendida mostra a Kuniyoshi, uno degli ultimi grandi interpreti della ukiyoe.

Cos’è l’ukiyoe? E’ un linguaggio artistico giapponese che si esprime attraverso la stampa su carta a mano, avvalendosi di matricidi legno intagliate. Uno degli ultimi grandi interpreti di quest’arte è senz’altro Kuniyoshi a cui la Permanente di via Turati, 34, dedica una splendida mostra che si potrà visitare fino al 28 gennaio 2018. La Mostra prodotta da Mondo Mostre Skira è curata da Rossella Menegazzo, esperta e appassionata cultrice d’arte giapponese.

Ci sono ben 165 opere in esposizione, provenienti tutte da una collezione privata (Masao Takashimacollection). Si tratta di stampe impresse con matrici di legno su carta fatta a mano realizzate da Kuniyoshi , nato nel 1797 e morto nel 1861, quando nasceva ufficialmente lo Stato italiano. Il suo stile, incredibilmente, appare modernissimo e ancora oggi continua a influenzare la cultura in Giappone ma anche nel resto del mondo in ambito pop, nel settore dei manga, dei film di animazione, ma anche del design, della grafica, del tatuaggio, ecc.

Qual è il segreto del successo di Kuniyoshi?

L’eleganza, l’originalità, la capacità di lasciarsi andare alla fantasia, lo stile personalissimo e molto curato: consigliamo ai visitatori di soffermarsi su alcune stampe per ammirare da vicino i particolari riprodotti, spesso in dimensioni ridottissime, ma sempre con attenta e amorevole cura. Ecco, l’altro aspetto forse è che si intuisce l’amore, la passione di chi ha fatto questi lavori. Lavori di certosina precisione. Ma sempre di una assoluta levità (la definizione di fluttuanti si attaglia perfettamente), che li rendono godibilissimi.

Il percorso si suddivide in cinque sezioni tematiche: Beltà; Paesaggi; Eroi e guerrieri, con la sottosezione “Eroi suikoden” (i “briganti”, in realtà un gruppo di coraggiosi che si muovono a difesa del popolo stremato da ingiustizie e corruzione); Animali e parodie con giochi di parole onomatopeici consentiti dalla lingua giapponese, illusioni, scherzi, e Gatti. La grande passione di Kuniyoshi che ne aveva sempre una decina attorno a sé e per loro in casa aveva anche allestito un piccolo altare buddista per ricordare i felini defunti.

Ecco, allora, che nelle stanze della Mostra, le stampe ci fanno entrare in mondi incredibili, paesaggi particolari, donne splendide, attori, mostri e animali, gatti soprattutto. Ma tutto si può confondere, mescolare: figure umane si costruiscono, quasi al modo di Arcimboldo, con altre immagini, altri oggetti. Le proporzioni non rispettano la realtà e ci spiazzano: scheletri enormi, pesci giganteschi. C’è come un gusto barocco, esagerato, non tanto per stimolare lo stupore quanto per attivare la fantasia, il tutto con ampio dispiego di colori vivi, densi, pieni.

Un po’ barocco, un po’ caricaturale

Occorre ricordare, anche, che il gusto per la ricostruzione attraverso gli animali – ancora gatti, ma anche passeri, ranocchie, volpi, ecc. – di situazioni umane è stato per Kuniyoshi un modo per sottrarsi alla censura che in un certo periodo colpì la produzione di stampe riguardante attori e bellezze femminili.

Una soluzione originale dell’esposizione è stata quella di non inserire le stampe in intelaiature ma lasciarle a vista con i bordi della carta non sempre precisi perché trattasi di manufatti. Anche per i trittici cioè fogli in più sequenze di disegni, fino agli esattici (cioè sei stampe) sono stati affiancati senza per forza ricercare che combaciassero.

La Mostra è illustrata anche grazie a un bel volume realizzato da Mondo Mostre Skira, intitolato “Kuniyoshi. Il Visionario del Mondo Fluttuante” – a cura di Rossella Menegazzo, 216 pagine, 311 colori, cartonato, 42 euro – e sarà visitabile tutti i giorni dalle 9,30 alle 19, 30 con un costo di ingresso di 13 euro (biglietto intero), 11 euro (ridotto) fino al 28 gennaio 2018.

Ugo Perugini