Lugano – La creatività in alcuni soggetti prescinde dai dati anagrafici. Ad esempio il 50° film dell’ottantasettenne Woody Allen è un gioiellino.
Simile condizione ha caratterizzato la creatività di Hedi Mertens (Gossau 1893-Carona 1982) le cui opere danno vita a “Hedi Mertens. La logica dell’intuizione” a cura di Francesca Benini e Arianna Quaglio, in corso al Museo d’arte della Svizzera Italiana a Lugano, con la collaborazione del Museum Haus Konstruktiv di Zurigo.
Dotata di una formazione pittorica classica, la non più giovane Hedi Mertens, compie negli anni Sessanta una scelta stilistica che si protrarrà sino alla fine del decennio successivo.
Evoluzione dovuta anche alla frequentazione e al confronto con artisti e intellettuali dell’arte concreta zurighese; tra questi Richard Paul Lohse, Max Bill, Camille Graese e Verena Loewensberg, rievocati in mostra con alcuni loro distinti lavori.
L’elemento cardine nelle opere della Mertens è il quadrato.
La sua perfezione permette all’artista di coniugare logica costruttiva a rigore cromatico, aprendosi in alcuni lavori ad una libertà di sovrapposizioni formali e tonali tali da dare vita a rilievi e profondità spaziali che si protraggono sino quasi alla fine degli anni ’70, arrivando poi a concepire il bianco come elemento dominante, quasi come se l’artista vi si affidasse al fine di recuperare una immacolata verginità formale.
Ad accompagnare la mostra concorrono lettere, documenti e testimonianze inerenti ai tratti più significativi dell’artista.
“Hedi Mertens. La logica dell’intuizione” – Lugano – Sede Palazzo Reali, Via Canova 10 e Piazza Bernardino Luini 6. Fino al 15 ottobre. Orario: martedì-mercoledì-venerdì-sabato e domenica 11-18, giovedì 11-20.
Mauro Bianchini