Quando gli oggetti iniziano a parlare realmente di sè? Forse nel momento in cui termina la funzione per la quale erano stati concepiti, attraverso la loro staticità, nel loro silenzioso disgregarsi.
Oltre a rappresentare la memoria di quello che sono stati, iniziano un nuovo percorso narrativo, immaginifico e fiabesco.
Levente Herman, con la personale in corso presso la Edward Culter Gallery a Milano dal titolo "Brand New Second Hand", narra di condizioni diverse da quelle iniziali.
Carcasse d'auto, di furgoni, di pullman, di navi, dimenticate in aree naturali dove l'assenza del genere umano rimanda a "Dissipatio H.G." di Guido Morselli, divengono protagonisti assoluti di un nuovo mondo.
Gli scenari, mai perfettamente definiti, rivelano la sapienza pittorica di Herman: gli sono sufficienti pochi passaggi cromatici per rendere l'essenza degli spazi.
Ed è in tali scenari che l'artista ungherese (classe 1976) concentra maggiormente l'intensità del suo linguaggio espressivo, amalgamando l'astrazione con la figurazione.
Un'opera, in particolare, spicca sulle altre: "Musafir" del 2012. In un interno quasi completamente saturato dall'enorme scheletro di una nave, si assiste ad un'apparente sospensione temporale, resa tale dal fuoriuscire di vapori, da alcuni boccaporti. In quello spazio, tutto potrebbe accadere, da un dramma estremo alla follia di un amore.
Prima di allontanarci da quegli scheletri abbandonati, sarà necessario rivolgere loro alcune domande, altrimenti manterranno per sempre dentro di sé i loro segreti.
Levente Herman – "Brand New Second Hand"
Milano – Edward Culter Gallery, via dell'Orso 12
Fino al 6 aprile
Orario: da lunedì a venerdì dalle 10.30 alle 19.00
Ingresso libero