Roma – Quando gli Dei si distraggono, gli uomini si scannano sentendosi autorizzati a procedere il loro vece.
Del resto abbiamo udito un presidente del Consiglio (presidente in questo caso volutamente minuscolo) dichiarare, in una nota trasmissione televisiva, di essere stato unto dal Signore.
Dopodiché decine di migliaia di italiani lo hanno votato, tra questi anche una parte di cattolici.
Ad esprimere con distinte discipline creative le difficoltà del genere umano a rendere armoniosa la propria esistenza concorre la corposa collettiva “Hot Spot. Caring for a Burning world” a cura di Gerardo Mosquera, in corso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma.
La mostra prende ispirazione dall’opera di Mona Hatoum “Hot Spot II” del 2009 che è stata inclusa nelle opere in esposizione.
I lavori selezionati intendono stimolare riflessioni su come, in alcuni frangenti storici, gli umani muovano ogni loro forza verso fini distruttivi.
“E’ naturale che l’arte affronti temi così scottanti” Spiega il curatore “molti artisti nel corso della propria carriera lo hanno fatto in modo militante, reattivo e pertinente, ma questa mostra, invece, contribuisce alla critica ecologico-sociale attraverso un percorso più indiretto, ma non meno urgente e puntuale”.
Dei ventisei artisti presenti, le cui opere sono tutte di alta levatura descriveremo, al fine di non sfinire il lettore, solo i lavori di alcuni di loro.
La figura umana, nera nel fisico e nella coscienza, di Alex Cerveny appare insensibile ai germogli floreali presenti, come atto di purificazione sulla sua epidermide, mentre attorno una natura dolente tende a comporre un inerme scenario.
La matericità del catrame che intacca, nell’opera di Ida Applebroog, la volatilità di una coppia di canarini impedendone la possibilità di volo, appare simbolico rimando alle imposizioni dittatoriali nei confronti di ogni libera espressione.
La metamorfosi genetica causata dai continui moti inquinanti creati dall’uomo vede la fisionomia umana, dell’artista Raquel Paiewonsky, aggredita da componenti naturali a loro volta alterati da continui flussi infettanti.
“Hot Spot. Caring for a Burning world” – Roma Galleria nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Viale delle Belle Arti 131. Ingresso accessibile Via Gramsci 71. Fino al 26 febbraio 2023. Orario: Martedì-domenica 9-19. Biglietti: intero Euro 10; ridotto Euro 2
Mauro Bianchini