Un lunghissimo lavoro di studio e ricognizione storica. Un impegno durato anni che ha coinvolto studenti e professionisti. Oggi finalmente si possono vedere i risultati di quest'attività, svolta con impegno e dedizione, raccolti nel volume I benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano. Storia, arte, memoria che viene presentato il 22 settembre al Castello Sforzesco. Un lavoro corale a cui fanno capo i due curatori del libro, il professor Sergio Rebora e il conservatore dei Musei Civici di Varese, Daniele Cassinelli. E' proprio il giovane studioso a raccontarci la genesi di questo incarico, il suo sviluppo e i punti salienti di questa preziosa ricerca tradotta in un bel testo che raccoglie una serie di studi seguiti al censimento dei sepolcri dei benefattori dell'Ospedale, compiuto fra 2001 e 2008 dal Servizio Beni Culturali della Fondazione Ospedale Maggiore. Tale censimento ha messo in luce un nucleo di vere opere d'arte, datate tra la fine del XIX secolo e gli anni compresi tra le due guerre mondiali. Nel volume sono documentati una sessantina di monumenti funerari, appartenuti in prevalenza a imprenditori, commercianti e professionisti affermati ma anche a intellettuali di rilievo nella Milano tra Otto e Novecento.
Perego e modello
in gesso
Daniele Cassinelli, può farci una breve introduzione al volume?
"Il libro parte dall'esperienza di un gruppo di lavoro che per diversi anni, almeno una decina d'anni, ha lavorato all'Archivio dell'Ospedale Maggiore di Milano. In uno stretto collegamento con un altro gruppo di lavoro – formato in parte dalle stesse persone – che è stato impegnato all'Archivio dei luoghi pii elemosinieri sempre di Milano. L'esperienza nasce dalla sempre più approfondita conoscenza del patrimonio di questi enti d'assistenza. Un patrimonio che è polimorfo, ha diverse origini. Tutte le branche di questo grande patrimonio partono in parte dall'Archivio storico che è il nucleo più sostanzioso, più interessante, più grande. E, in particolare in questo caso, dall'archivio dei testatori cioè da coloro che hanno voluto lasciare donazioni in vita, o lasciti testamentari, all'ente di assistenza. Tenendo conto che l'Ospedale Maggiore di Milano, assieme ai luoghi pii elemosinieri e a pochi altri, erano gli unici enti laici a cui si potevano lasciare donazioni. Il lavoro è partito infatti dallo spulcio di tutti i testamenti, a partire dalla fine dell'800 e di tutte le donazioni che sono arrivate fino ad oggi all'Ospedale".
E. Castoldi Riccardi Gatti
Un impegno d'equipe che ha coinvolto anche l'Università di Milano.
"Il lavoro è nato in stretta collaborazione con la cattedra di Storia dell'arte contemporanea dell'Università degli Studi di Milano. Da un lato il personale dell'Ospedale ha supplito a alcune mancanze dell'Università, dall'altro l'Università ha fornito – in particolare grazie al prof. Giorgio Zanchetti – un supporto importantissimo per la realizzazione del volume. L'Ospedale ha proposto all'università dei laboratori, cioè delle lezioni frontali in cui il personale scientifico che lavora all'archivio in particolare Daniela Scala, Sergio Rebora hanno spiegato rispettivamente le vicende della fototeca, e le vicende della quadreria dei benefattori agli studenti che si iscrivevano al laboratorio. Tra questi poi alcuni hanno deciso di continuare l'esperienza con uno stage presso l'archivio. Quindi hanno eseguito tutta la procedura di individuazione e schedatura delle opere (in questa cosa li ho seguiti io). Hanno spulciato i documenti, i testamenti.. documentazione di sepolture e poi sul campo, una volta individuate le sepolture, siamo andati a fotografare, a
rilevare tecnica, misure e quant'altro delle opere individuate. In seguito abbiamo verificato i documenti che si conservano presso l'Archivio del Comune di Milano. Dove si trovano disegni, fotografie di modelli, e altro materiale di grande livello di artisti e opere".
S.Alfieri Nasoni Borsa,
1900
Si tratta di un patrimonio molto vasto?
"Le opere sono di diverso tipo. Noi dobbiamo considerare tra le opere d'arte – oltre ai documenti che abbiamo menzionati, tra i quali figurano anche pergamene del 1400, miniature, cose di grande interesse – il patrimonio mobiliare ad esempio. Se solo pensiamo alla porzione della Ca' Granda che è occupata dall'Ospedale Maggiore è un patrimonio di eccezionale interesse, tant'è che l'archivio stesso si conserva in un salone affrescato all'incirca del 1630 è un posto tra i più suggestivi di Milano, anche se versa in cattivo stato di conservazione. Per quello che riguarda più specificatamente le opere d'arte, tralasciando la fototeca, lo strumentario medico – che sono argomenti che conosco meno – il nucleo più importante è sicuramente la Quadreria dei benefattori".
E.Colombo Crespi, 1905ca.
Quando nasce questa raccolta?
"La Quadreria nasce all'inzio del 1600 per commemorare i benefattori più importanti, più munifici, o in qualche caso semplicemente più famosi, più noti. E poi dal 1800 diventa una vetrina per l'avanzante borghesia per essere affiancata all'antica nobiltà di Milano nella beneficenza. Essere presenti nella quadreria dei benefattori documenta lo status sociale di una persona e l'arrivo di una carriera professionale e di vita in qualche modo. Dal 1820 all'incirca prende sempre più frequenza la tradizione di esporre ogni due anni, in occasione della Festa del Perdono, i ritratti dei benefattori nel cortile della Ca' Granda (attualmente sede dell'Università degli Studi di Milano). Il 25 marzo degli anni dispari il cortile dell'Ospedale Maggiore veniva tappezzato dei ritratti di benefattori e le persone accorrevano a vedere quali erano i ritratti degli ultimi anni, quali erano le famiglie che avevano donato e chi erano le persone raffigurate. Allo stesso modo era un'occasione eccezionale per i pittori – visto che la ritrattistica dall'800 in avanti è un genere molto richiesto – per mostrare le loro qualità. Già all'inizio dell'800 espongono Hayez, Palagi, poi Molteni, Segantini, Longoni, Previati e poi negli anni '30 iniziano ad esporre i grandi pittori di Novecento come Sironi, Casorati e prima ancora Morbelli, poi Campigli ecc.."
Nel volume ci sono diverse fotografie.
"Noi abbiamo le fotografie dei pittori,in qualche caso. Quelle che venivano fornite dal benefattore per fare il ritratto. Impressionante come in un ritratto di Casorati noi abbiamo la foto che lui usò, annotata, con appunti e accompagnata dalla lettera spedita a Casorati e la risposta e i documenti.
Come si sviluppa il libro?
"Il libro è ordinato in base ai benefattori, in ordine alfabetico. Bisogna ben chiarire che le tombe e i monumenti di cui stiamo parlando sono in concessione dell'Ospedale Maggiore. O perchè l'Ospedale è stato nominato erede universale, o per precisa indicazione del benefattore sono in carico all'Ospedale maggiore di Milano. E non sono tutte a Milano, sono sparse in Lombardia e in alcuni casi in tutt'Italia".
Presentazione del volume:
I benefattori dell'Ospedale Maggiore di Milano
Storia, arte, memoria
a cura di Daniele Cassinelli e Sergio Rebora
mercoledì 22 settembre alle ore 17.30
presso il Castello Sforzesco di Milano
Sala di Consultazione della Raccolta Stampe "A.Bertarelli"
Interverranno: Ornella Selvafolta (Politecnico di Milano); Giorgio Zanchetti (Università degli Studi di Milano)
Saranno presenti gli autori
Per informazioni http://www.milanocastello.it/