Nel 2009 alcune raccolte di atti processuali delle Corti d’Assise Straordinarie degli anni 1944 – 1948 relative ai crimini fascisti sono diventate pubbliche. Dalle carte dell’Archivio di Stato di Genova Andrea Casazza, coadiuvato da solerti collaboratori, ha operato un corposo lavoro di ricerca e analisi sfociato nella cronaca differita de “La beffa dei vinti”. Cronaca, per lo stile giornalistico, basata su documenti e antefatti compendiati da considerazioni, richiami e citazioni che aiutano il lettore a calarsi nel clima dell’epoca. Contestualizzare i fatti, considerando le cause remote a volte risalenti all’avvento del Fascismo e i reati oggetto dei processi, è condizione essenziale per una valutazione distaccata. Cronaca perché il “racconto” dei processi svela miserie e reati perpetrati da persone ritenute affidabili, spesso garantite dalle loro cariche istituzionali. Fra gli imputati colpevoli: militari, funzionari, medici, sacerdoti, commercianti o semplici casalinghe che in molti casi condividevano la quotidianità con le loro vittime. Dagli atti si annoverano delazioni e “segnalazioni” per lucro, piaggeria e inimicizia politica che comportarono fra i civili e appartenenti a gruppi d’appoggio alle formazioni Partigiane, detenzioni, torture e deportazioni spesso a conclusione fatale.
La beffa? La beffa, paradossalmente, giunge per opera del Guardasigilli dell’epoca Palmiro Togliatti che, anche a seguito di pressioni internazionali fautrici di una sorta di pacificazione, promulga – giugno 1946 – l’amnistia. Nei 251 processi celebrati nella sola Genova, furono inflitte venti condanne a morte di cui solo tre già eseguite. Dei 313 condannati entro il 1949 quasi il 90% ritorna in libertà. Furono liberati “brigatisti e torturatori della Guardia nazionale, informatori della Gestapo e della polizia, cacciatori di ebrei, politici e funzionari dell’amministrazione pubblica della Repubblica di Salò” spesso ritornando alle precedenti posizioni. La percezione dell’ingiustizia risultante causò reazioni, anche importanti, fra parenti delle vittime ed ex elementi delle formazioni partigiane. Il lavoro di Andrea Casazza, in libreria dalla fine del 2010, permette, in modo documentale, di definire e puntualizzare fatti e situazioni, verosimilmente ripetutisi anche in tutta l’Alta Italia, ove emergono forme di arbitrario revisionismo storico. Un’opera che richiama l’attenzione, su un periodo sopito e mai considerato nei testi scolastici di storia.
“La beffa dei vinti” di Andrea Casazza. Il melangolo 2010 pagg. 360 presso Feltrinelli e Hoepli 16,00 Euro.
Mario Ferdeghini