Per la prima volta in Italia, direttamente dal museo del Louvre, arrivano due splendidi capolavori di Georges de LaTour: San Giuseppe Falegname e l'Adorazione dei pastori. Portati a Milano in occasione della ormai tradizionale mostra natalizia di Palazzo Marino, organizzata da Eni con la collaborazione del Comune di Milano e del Museo del Louvre, i due dipinti potranno essere ammirati gratuitamente dal pubblico.
Collocati come in una scenografia all'interno di un allestimento a loro dedicato, ricercato e pieno di fascino, la loro visione, così come la percezione della loro storia e del contesto culturale che le ha generate, sarà supportata da video e favorita dalla presenza in sala di storici dell'arte e tecnici restauratori che seguiranno il pubblico, rispondendo alle domande e alle curiosità di ciascuno.
L'esposizione propone così uno sguardo ravvicinato su uno degli artisti più suggestivi e misteriosi della Francia del Seicento. Davvero poche, infatti, sono le notizie arrivate sin qui sulla vita del pittore lorenese Georges de La Tour (Vic-sur-Seille, 10 marzo 1593 – Lunéville, 30 gennaio 1652), la cui formazione rimane avvolta nel mistero, come gran parte della sua esistenza. Certa è l'influenza esercitata su di lui da Caravaggio, dal quale riprende le atmosfere, gli sfondi cupi e le potenti lumeggiature: e per questo è stato da alcuni definito come "il Caravaggio francese".
Straordinari sono i due dipinti, che peraltro richiamano l'avvicinarsi del periodo natalizio: l'Adorazione dei pastori (1644 ca.) e San Giuseppe Falegname (1640 ca.); opere entrambe fortemente legate alla tradizione pittorica italiana, sia per tema sia per composizione.
Il quadro "San Giuseppe Falegname" rappresenta una scena quotidiana, intima e familiare, di quieta e domestica serenità. All'interno del suo laboratorio, san Giuseppe è impegnato nel suo lavoro di falegname, alla presenza del figlio che lo osserva e gli fa luce con una candela. Però, proprio mentre è intento a forare un'asse di legno, all'apice dello sforzo, con i muscoli tesi e la fronte corrugata, ad un tratto il padre alza gli occhi e li posa sul volto del figlioletto, e il suo sguardo va a cercare quello di Gesù. Da parte sua, Gesù appare con le labbra appena dischiuse, come se fosse stato ripreso nell'atto di chiamare il papà, di richiamare la sua attenzione: come se gli stesse parlando.
Tutta la scena ha una forte valenza metaforica: molto significativamente, infatti, Gesù è rappresentato come colui che illumina anche la quotidianità del lavoro,
nonché come colui sul quale si deve posare lo sguardo in qualunque momento e in qualunque situazione, anche in quella lavorativa. San Giuseppe diventa quindi in questo quadro il modello di un lavoratore orante, di un lavoro che si fa preghiera e di un'attività pratica che al contempo si trasfigura e si fa contemplativa.
Molto significativo è anche il quadro dell' "Adorazione dei pastori". Qui si respira un'atmosfera raccolta, quasi sospesa. I protagonisti sembrano trattenere il respiro, tanto sono assorti e assorbiti dalla visione del Bambino.
I pastori appaiono come meravigliati del privilegio di aver potuto assistere per primi alla scena di Gesù appena nato. Bisogna infatti tener presente che pastori erano considerati all'ultimo gradino della scala sociale: ad esempio, la loro parola, in tribunale, non aveva alcun peso; e non era consentito loro di sposare le figlie dei sacerdoti. Dunque, il fatto che Dio incarnato abbia voluto apparire per la prima volta a dei pastori, abbia scelto proprio loro come primi testimoni della Sua venuta, loro che erano ritenuti da tutti inattendibili e indegni di fiducia, è un fatto estremamente simbolico: è una sorta di riscatto sociale, una nobilitazione, un privilegio speciale riservato a chi di privilegi non ne aveva mai ricevuti.
Il quadro si intitola Adorazione dei pastori, ma in realtà di pastori nella scena se ne vedono soltanto due: eppure, quei due riassumono e rappresentano bene i diversi atteggiamenti che si possono avere.
Il pastore nello sfondo, quello più nascosto, è un sognatore: regge un flauto tra le mani, è sorridente, e solleva stupito la tesa del cappello, quasi in una sorta di reverenziale saluto.
L'altro pastore, invece, è pensoso, riflessivo, meditabondo. Più ligio al dovere, ha ancora in mano il suo bastone e ha portato con sé un agnellino, che fa capolino da dietro. La sua espressione è impenetrabile ed enigmatica, come se stesse riflettendo su qualcosa di estremamente profondo e misterioso.
L'esposizione, aperta dal 26 novembre all'8 gennaio, e curata da Valeria Merlini e Daniela Storti -catalogo Skira-, offre dunque un'ottima occasione per vedere dal vivo queste opere di grande bellezza e suggestione.
Dipinti di Georges De LaTour:
L'Adorazione dei Pastori – San Giuseppe falegname
Dal 26 novembre 2011 all'8 gennaio 2012
Milano, Palazzo Marino, P.zza della Scala 2
Orario: tutti i giorni, dalle 9.30 alle 19.30
il giovedì e il sabato fino alle 22.30
7 Dicembre: chiusura ore 14.00
24 e 31 Dicembre: chiusura ore 18.00
Aperto i giorni 8 e 25 Dicembre 2011, 1 Gennaio 2012
Ingresso libero
Info: Tel.(02) 88450000