Lo spettacolo – "Bersani ha scelto, per la sua campagna elettorale delle primarie, uno scatto che lo ritrae con le maniche della camicia arrotolate e le braccia conserte. Come se dovesse dimostrare di essere uno che lavora. Ma non lo sa che per dare quell’impressione dovrebbe tenere le mani impegnate? Magari con una zappa, con una penna o una calcolatrice. E poi, la fotografia è in bianco e nero. Sembra voler comunicare: «Bersani, non impressioni più neanche la pellicola.» E Renzi? Lo abbiamo sentito ripetere mille e mille volte che, nel caso non dovesse vincere al ballottaggio, tornerà serenamente a fare il Sindaco di Firenze. Se fossi fiorentino, mi sentirei profondamente offeso: pare che la sua città debba diventare un premio di consolazione. E non riesco neanche a ipotizzare, un giorno, di avere Rosy Bindi come Premier. Va bene il modello tedesco, ma non dovremo per forza sceglierci una racchia come la Merkel." Esordisce cosí Ascanio Celestini, giovedì sera al Teatro Nuovo di Varese, ironizzando sulla "sua sinistra" e dicendo chiaramente che lui "se ne frega". "Ogni posizione politica deve essere aperta al confronto e al dialogo" – afferma. Proprio quegli elementi che mancano in una tirannia. E, il suo ultimo lavoro "Discorsi alla nazione, studio per uno spettacolo presidenziale", accende i riflettori esattamente sul concetto di dittatura. L’attore mette in scena discorsi di aspiranti tiranni di un paese non meglio definito, nel corso di una guerra civile. Non si nomina mai l’Italia, certo, ma i riferimenti alla sua storia – alla sua attuale situazione politica, alle sue debolezze sono evidenti a tutti (anche grazie alla scelta del regista – attore di intervallare il suo monologo con registrazioni audio che ripropongono stralci di discorsi di uomini politici italiani, dal Duce a Craxi). Celestini delinea i contorni di una politica che ha ormai abdicato al suo ruolo originario, che la vorrebbe conservatrice e promotrice degli interessi REALI del popolo. Lo spettacolo delinea i contorni di un’altra politica, quella che ha sempre tutelato il benessere di pochi, che ha preferito proteggere un gruppo di potenti e non l’intera collettività. La storia non si insegna solo a scuola, può altresì passare attraverso gli occhi di un artista che racconta, immagina (estremizzando anche) e che coglie le incongruenze di una società. Ironia e cinismo si incontrano nel lavoro di Celestini, per parlare di un Paese (non tanto) immaginario dove in troppi reclamano diritti non garantiti senza essere ascoltati.
Ipotetici discorsi di un tiranno – "Cittadini e cittadine, sarò onesto con voi: un tempo non molto lontano lavoravate in azienda otto ore al giorno, forse di più. Questo consentiva la produzione di un surlpus, una plusvalenza che veniva assorbita da NOI potenti. A voi lasciavamo il contentino delle tredicesima, quella che utilizzavate per comprare – a Natale – la tv nuova. Mezzo attraverso il quale NOI potenti potevamo indottrinarvi per bene, aggirandovi e, quindi, comandandovi ancora. Oggi, VOI continuerete a lavorare più di otto ore, ma non avrete più nessun premio di produzione. Nessuna tredicesima, forse nemmeno più la dodicesima. E NOI? NOI continueremo a decidere per voi."
"Il capitalismo è un ombrello che NOI possediamo e con il quale ci proteggiamo dall’acqua. Voi non avete un ombrello, voi non lo avrete mai. Possiamo permettervi di coprirvi con il nostro, ma stando sotto i nostri piedi, certamente non al nostro fianco. Mangiando le briciole che cadono a terra, quando NOI addentiamo un panino; fumando dalle cicche delle nostre sigarette, quando le gettiamo a terra. Nulla di più. Quando reclamerete, un giorno, per avere voi il comando dell’ombrello, NOI sfodereremo un fucile per proteggerci, per comandarvi – ancora".
Informazioni – Lo spettacolo, lo afferma lo stesso Celestini, è una prova. Uno studio per arrivare alla definizione di un nuovo monologo che potrebbe modificarsi altresì nel titolo e che, forse il prossimo aprile, l’attore proporrà in tutta Italia. La serata al Teatro varesino ha aperto ufficialmente le attività di RagTime, la nuova Associazione culturale varesina diretta da Adriano Gallina.
"Discorsi alla nazione, studio per uno spettacolo presidenziale" in scena, giovedì scorso, al Teatro di via dei Mille a Varese. Sul palco l’attore – regista Ascanio Celestini. Con lui si è aperta ufficialmente la stagione della neonata Associazione culturale RagTime, di Adriano Gallina.