Il quel mondo composto da opere floreali, vibranti paesaggi, corpi femminili prevalentemente ritratti di spalle, si legge l'isolamento dello sguardo unito ad una intrinseca coesione sentimentale.
Ajome stabilisce con ciò che ritrae un rapporto diretto, univoco.

Nessuna interferenza, nessun filtro corruttore concorre ad intaccare silenzio e intimità
I territori geografici e i territori dei corpi, sono uniti da indissolubile coerenza concettuale e espressiva, sono da percorrere attentamente, da interpretare nelle pieghe più profonde; ma il tutto è da compiere in punta di sguardo.
Le pennellate di Ajmone aprono a più livelli di intensità, da decise e intense divengono dolci al pari di lievi carezze, quasi passaggi di respiro sino a velature che portano alle nebbie autunnali dei paesaggi amati dall'artista.

Ai fiori Ajmone consegna la simbologia del tempo, delle stagioni, dei luoghi della vita a dire come la sua pittura sia legata da ferrea e al tempo stesso lirica coerenza romantica.
Tutto si fonde e di nuovo si distingue a formare una contiguità dove ragione e sapienza pittorica trovano compimento in un coerente percorso estetico.

Giuseppe Ajmone – "Opere 1944-2002"
Milano – Galleria Marini, Via Andrea Appiani 12
Fino al 10 dicembre
Orari: da lunedì a venerdì 15,30-19,30
Sabato 10,30-12,30/15,30-19,30