Un'artista eclettica e "dannata", la russa Dasha Shishkin propone nei suoi quadri provocatori un mondo incantato ma contemporaneamente anche estremamente crudo e lucido, popolato da strani e mostruosi simil-goblin, da donne nude impegnate in attività banali o sgradevoli, e da dinosauri in miniatura che sbucano dal nulla.
Visivamente, i colori sono spesso in contrapposizione tra loro, le immagini disturbanti, forti, con richiami al sangue e al parto, mentre le figure riempiono la tela completamente. Una soluzione che si oppone alla struttura della mostra, fatta per lo più di spazi vuoti e muri bianchi, mentre i disegni sono appiccicati negli angoli delle stanze, il che altera la percezione sia dello spazio che dell'opera. Sono opere che lasciano perplessi, perché, nonostante i richiami al reale (che fanno pensare che le opere siano simboliche), sono magiche e macabre, sarcastiche, uno sberleffo, come i titoli confermano.
A livello tecnico, l'artista privilegia la tecnica dell'incisione, e mischia acrilico, pastelli, inchiostro e grafite per preparare superfici piatte sulle quali interviene tracciando i disegni con tratto fluido, in maniera automatica, come nella tradizione surrealista, collegando direttamente mente e gesto e liberandosi così da schemi e regole. Un percorso che ricorda anche i "Cadavres Exquis" dei surrealisti, il gioco collettivo che permetteva di creare "alla cieca" e in tutta libertà nuove figure,
totalmente svincolate dalla modalità realistica.
Nella sua mostra, Dasha Shishkin presenta nuovi lavori di grandi dimensioni realizzati su tela o su mylar, fogli di poliestere trasparente, insieme a disegni su carta di misure più ridotte. Le superfici, perlopiù monocrome, sono animate da strani personaggi, ominidi e ibridi antropomorfi tracciati con segno veloce, che interagiscono tra loro creando racconti formali che lo spettatore ha il compito di decifrare.
Le tele sono in formato XL, simili a gironi danteschi dalle tinte fluo, si intervallano a lavori su fogli di poliestere e disegni su carta. Compito dello spettatore è cercare possibili relazioni, intrecciare storie in un mondo surreale dove uomini, donne e luoghi si confondono. Nella stessa tela si possono scorgere paesaggi che richiamano ad una Russia lontana, come anche favole popolate da draghi e donne travestite da pinocchio. Tutto rigorosamente a colori vivaci e intensi. Il consiglio è quello di leggere attentamente il titolo di ogni lavoro, come spiega l'artista: "è la ciliegina sulla torta che completa e decora l'opera".
Nell'allestimento, Shishkin sceglie di collocare le sue opere negli angoli delle sale della galleria, e di seguire la tradizione ortodossa che pone le icone sacre sulle pareti orientate ad est, sollecitando in questo modo una diversa fruizione dei suoi lavori , come essa stessa precisa: "Rimango sempre colpita da come gli angoli e le diagonali di una stanza possano immediatamente alterare la percezione dello spazio".
Sammy
Personale di Dasha Shishkin
Dall' 8 febbraio al 23 marzo 2013
Milano, Galleria Giò Marconi, via Tadino 15
Orari: dal martedì al sabato, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero
Info: tel. 02 29404373
http://www.giomarconi.com/