"E' un breviario. Chiarmarlo guida è riduttivo, non altro per il dispiegamento degli approfondimenti storici e di critica d'arte che ne fanno un vero e proprio volume d'accompagnamento". A ridosso della presentazione alla stampa de "I luoghi del Teatro Montano, fabbriche di spiritualità ed arte. Guida ai Sacri Monti prealpini", Paolo Zanzi, architetto delle operazioni in merito al 400° anniversario del Sacro Monte puntualizza la natura e la funzione del volume. Un nuovo volume, che certifica i rapporti a livello istituzionale tra Varese, Piemonte e Svizzera ma che non dissolve i limiti di un sistema vero e proprio che è ancora da farsi.
Paolo Zanzi, come si può definire questa nuova iniziativa editoriale?
"Un breviario, può andare bene. O anche un viatico. L'abbiamo intitolata Guida ai Sacri Monti, ma non è solo una pubblicazione con taglio prettamente turistico-divulgativo. E' anche testo con un approfondimento a livello storico e di critica d'arte su tutto il sistema dei Sacri Monti, patrimonio dell'Umanità".
Da dove nasce l'iniziativa?
"Muove all'interno di questo progetto Interreg, promosso a dire il vero in prima battuta dal Piemonte ma accolto prontamente anche da Varese. In particolare grazie al prezioso lavoro dell'ufficio marketing del territorio che fa capo al vicesindaco Ermolli e coordinato da Monica Salvo e Laura Severgnini che, in particolare, si sono interfacciate efficacemente con i riferenti degli altri Sacri Monti impegnati nel progetto. Del resto l'obiettivo del progetto Interreg III è proprio quello di creare una rete di soggetti e di situazioni che si parlino tra di loro. Un progetto che si sposa con il lavoro che da anni prosegue sulla valorizzazione del nostro Sacro Monte. In generale si può può dire che se la Fondazione Paolo VI è la principale artefice delle celebrazioni, in questo caso è una iniziativa del Comune di Varese. Di questo gliene va da dato ampiamente atto".
Come vi siete divisi i compiti all'interno del progetto Interreg?
"A Varese è stato commissionato il coordinamento e la realizzazione del volume. Il Piemonte si è occupato di mettere in rete un portale internet dei Sacri Monti, presto attivo; quanto alla Svizzera, farà la sua parte con la promozione depliantistica".
Un passo avanti nell'organizzazione dei lavori. Vi sentite meno autoreferenziali?
"Ho una grande ammirazione per l'incedere sabaudo dell'organizzazione piemontese. Dall'altra parte del lago fanno probabilmente molte più cose di noi, anche a livello espositivo o editoriale, magari non tutte di uguale qualità ma sono in grado di disporre di un sistema organizzativo e comunicazionale che invidio. Se c'è ancora un cruccio è quello di non vedere riconosciuto sin qui, una sorta di marchio di qualità del Sacro Monte di Varese, un simbolo d'eccellenza che dovrebbe presentarsi a livello turistico e culturale compatto".
Vale a dire?
"Il lavoro che è stato fatto sin qui è un ottimo lavoro, ma fatto da quanti ho già citato, sottraendo tempo ad altri impegni. Manca, per dire, un luogo, un volto, un qualcosa di fisso che rappresenti il Sacro Monte varesino".
Sta dicendo che manca l'infopoint?
"Manca l'infopoint, certo. E mi auguro che possa venir presto realizzato, dove era stato previsto, cioè a Villa Baragiola".
Cosa si troverà nel volume?
"Una introduzione affidata a Luigi Zanzi, che compendia in maniera sintetica studi ormai trentennali sui Sacri Monti prealpini con particolare attenzione alle tematiche ambientali e storiche. Poi gli interventi di Giuseppe Pacciarotti che avranno un taglio più specificamente artistico: sull'arte dei Sacri Monti e sui facitori d'arte attivi in quei cantieri. Ogni singolo Sacro Monte ha poi inviato schede relative alla propria realtà che sono state inserite dopo un lavoro di redazione. Al di là dei contenuti del libro, importanti, vale la pena di ricordare che adesso uscirà in italiano, molto presto sarà disponibile anche in inglese e in tedesco".
Quanto costa e dove si troverà?
"Nessun costo. Sarà distribuito gratuitamente, credo da qui a un mese. Stiamo pensando a strutture, a punti di raccolta dei 'pellegrini' magari all'inizio della salita delle Cappelle".
Sta dicendo che il libro è pronto e presentato alla stampa, ma se si va al Sacro Monte si rischia di non trovarlo?
"Ecco perché invidio i piemontesi! A parte gli scherzi, si troverà sicuramente all'infopoint presso il comune di Varese e per quanto riguarda gli altri Sacri Monti dove esistono già book shop o altre strutture di accoglienza si potrà trovare lì".
Intanto sono gli ultimi giorni della mostra a Villa Baragiola "Il racconto del silenzio". Un bilancio?
"Credo si sia sui 7000 visitatori. Ma, vorrei dire, che si tratti di un risultato non solo o non tanto numerico, piuttosto di coinvolgimento. Un successo profondo perché è un'esperienza che ha saputo dare emozioni. Lo posso dire leggendo i messaggi lasciati sul libro delle firme, dalle lettere che mi sono arrivate da parte di sconosciuti, da quanti hanno realizzato riprese all'interno della villa per conservarne una memoria".
Un'ultima cosa. Da pochi giorni è uscito il volume curato da Silvano Colombo "Occhio al Barocco".
In parte incentrato sul Sacro Monte. Cosa ne pensa?
"Ad essere sinceri non l'ho ancora letto attentamente. Colpisce il titolo, molto giornalistico, forse in contraddizione con il formato molto elegante. Se posso dire una cosa, mi spiace solo che anche una iniziativa come questa di Silvano Colombo poteva rientrare in quel coordinamento cui facevo cenno prima. Facciamo passi in avanti con il sistema dei Sacri Monti prealpini, ma poi a Varese siamo noi i primi ad andare slegati".