La mostra – Lo Spazio Arte di Borgo Ticino decide di dedicare la sua consueta personale di settembre all'artista Giancarlo Ossola. Dopo gli esiti più che soddisfacenti delle ultime mostre a lui dedicate, quella a Villa Soranzo di Varallo Pombia e al Museo Parisi Valle di Maccagno, l'artista milanese torna a far parlare di sé, o meglio torna a far parlare i suoi luoghi. "Interni, città, fabbriche", questo il titolo della mostra, rispecchia, infatti, la fedeltà ai temi cari all'artista, questa volta presente con una serie di circa 27 disegni.
Bianco e nero – La curatrice della mostra, Cristina Moregola, ci illustra la peculiarità di questa mostra, che risiede appunto nell'esposizione esclusivamente di disegni, e quindi dallo sprigionarsi di una forza inedita, racchiusa nei potenti chiaroscuri. Il nero risalta attraverso un tratto deciso e il bianco è reso ancora più luminoso grazie al semplice accorgimento di staccare il primo strato di cartoncino, lasciando emergere il fondo sottostante più chiaro. Il risultato è la sensazione ancora più netta di una luce che si insinua nei vasti ambienti vuoti e che ancor di più mette in risalto l'abbandono di questi luoghi e contemporaneamente il loro valore di testimoni della storia.
Vuoti espressivi – L'artista ha volutamente pensato di includere tra i suoi ultimi lavori del 2008 anche alcuni disegni degli anni '70, proprio per sottolineare la continuità della sua ricerca, che sin dall'inizio si è focalizzata sulla cosiddetta "poetica dei luoghi". Gli ambienti che Ossola descrive sono stanze vuote, ma in cui il vuoto non si determina quale assenza di qualcosa, ma anzi acquista una consistenza, un peso, immediatamente palpabile, a volte quasi soffocante, che è dato dalla presenza ingombrante delle tracce di chi quei luoghi li ha abitati e poi abbandonati. In queste opere l'uomo scompare visivamente, ma la sua presenza continua ad aleggiare tra queste mura e ci viene narrata dai luoghi e dagli oggetti testimoni del nostro passaggio. Ambienti in apparenza inanimati, ma che in realtà palpitano di ricordi e costituiscono una fitta trama di memorie, personali e collettive. Gli interni, infatti, non raccontano semplicemente la storia di un singolo individuo, ma tracciano un quadro che analizza la relazione dell'uomo con se stesso e dell'uomo con il sociale, come avviene, per esempio, negli interni di fabbriche.
L'anima dei luoghi – "Il fascino del lavoro di Ossola – dichiara la curatrice – consiste nel suo procedere per sottrazione, nel progressivo svuotamento di questi luoghi, fino a far rimanere di essi solo la loro anima nascosta". E proprio L'anima dei luoghi è il titolo di un libro di James Hillman, che alla maniera di Ossola ci ricorda che la memoria del passato non risiede nella nostra mente, me è "inscritta nel mondo", nei luoghi che ci circondano. E noi ci sentiamo di poter aggiungere anche una citazione da Gabriel Garcia Marquez : "Le cose hanno vita propria (…) si tratta solo di risvegliargli l'anima".
Memoria del passato – Ci affidiamo dunque alla magia di questi luoghi parlanti, che narrano della storia dell'uomo e che, sottratti alla forza del tempo, rimangono come valido monumento alla memoria di ciò che è stato e di cui dovremmo sempre tenere conto, anziché tentare di sbarazzarci. In un'epoca che è costantemente rivolta al futuro, queste opere di Ossola offrono un invito a voltarci indietro e a ricordarci i passi che abbiamo fatto, i luoghi che abbiamo percorso, per arrivare dove siamo arrivati.
Giancarlo Ossola
"Interni, città, fabbriche"
Spazio Arte 2008
Sala Biblioteca Comunale
Via Gagnago, 3 Borgo Ticino (NO)
Orari: sabato 16.30-19.00, domenica 10.00-12.00/ 16.30-19.00
Orari biblioteca: da martedì a sabato 9.30-12.00