La vita – Nata a Verona nel 1899, poco più che ventenne iniziò a frequentare mostre d'arte e concorsi raccogliendo molto successo. Insieme al marito Giuseppe Flangini, che conobbe verso gli anni venti, anch'egli nato a Verona, iniziarono i viaggi in Europa, soggiornò lungamente in Francia; alcuni suoi parenti si trovano tuttora in Belgio e in Olanda. Il 1944 è l'anno in cui la coppia si trasferisce a Milano. Oltre al legame coniugale, un forte interesse per l'arte che li univa. Gina Zandavalli ha sempre perseguito un suo cammino autonomo, pur privilegiando la valorizzazione delle opere del marito, anche, dopo la sua morte avvenuta improvvisamente nell'agosto del 1961. Ella gli sopravvisse fino al 1993, anni prolifici di opere nei quali proseguì la sua attività artistica.
La mostra – In questa mostra tradatese sono presenti numerosi ritratti, genere che le diede molta fortuna. Tra le opere più famose, che realizzò, il ritratto all'ex regina Maria Josè, ad Alcide De Gasperi, al soprano Giulietta Simionato; in mostra vi è quello all'attrice Eleonora Rossi Drago. E' possibile ammirare anche il dono fattole dalla regina Maria Josè: una piccola medaglia con una ‘M' incisa, poi trasformata in anello, oltre ad alcuni riconoscimenti, tra i tanti ricevuti, come l'Ambrogino d'oro. Percorrendo lentamente l'ampia sala s'incontrano volti femminili dai lineamenti delicati realizzati a pastello di giovani sorelle, colte nella loro consapevole riservata bellezza e un ritratto di una pronipote ancora in culla, le cui manine e il volto paffuto fanno capolino dalla culla nel movimento vivace di salutare o di farsi prendere in braccio. Momenti di familiare atmosfera sono suggeriti dalla pittura di Gina Zandavalli, che nulla ostenta e nulla sottolinea con forza. La sua forza è la grazia velata che accomuna tutti i volti ritratti. Una bellezza che si porge allo sguardo, ma sempre in modo elegante. Le nature morte presenti sono immerse in un paesaggio indistinto, non si percepiscono supellettili oppure oggetti, è frutta o selvaggina ritratta nella natura indistinta di uno sfondo infinito. Vasi di fiori che sono dipinti con semplicità.
Gina Zandavalli era particolarmente sensibile alla
bellezza che la circondava trovata e riproposta nei volti femminili, nelle nature morte, nei paesaggi e nei giardini fioriti. Una serena pacata bellezza che affiora anche nell'unica opera religiosa esposta in mostra, una Madonna col Bambino. Segno esemplare della sua fortuna artistica nella produzione di opere a carattere religioso che le valse una benedizione particolare dell'allora cardinale Montini e di una spiritualità profonda che sempre l'accompagnò.
Com'era – Chi l'ha conosciuta, ricorda di lei il sorriso comunicativo, e la cordialità nell'accogliere ed ospitare le persone che le volevano bene, anche, se la prima impressione, che dava, era di una forte personalità che poteva incutere un poco di soggezione o distacco del tutto apparente. Attraverso la pittura ci ha lasciato l'invito a rivolgere lo sguardo sulla realtà che ci circonda, quella che amiamo come gli affetti cari, e quella del tutto gratuita della bellezza della natura, vista attraverso un paesaggio oppure un giardino fiorito. Lo sguardo che si ferma e posa l'attenzione sulla bellezza che lo circonda non può rimanerne indifferente, ne rimane catturato tanto da volerlo riproporre come ne è capace: chi attraverso l'arte è pittrice come Gina Zandavalli, chi attraverso il fare personale nella vita di tutti i giorni.
"I miei ritratti. Gina Zandavalli"
8 – 19 giugno
Villa Truffini di Tradate
Corso Bernacchi antolo via Cavour
Orari d'apertura: martedì/venerdì 16.30-19
Sabato e domenica 10.30-12.30 /16.30-19
Ingresso libero
Per informazioni: Associazione Culturale Flangini
02 9609556 info@giuseppeflangini.com