La romanità attraverso le strade – È opinione condivisa che una delle grandi "invenzioni" dei Romani sia stata la creazione di una rete stradale che si estendeva in tutta Italia. E fu proprio su quelle strade, molte delle quali ancora oggi si conservano, che si mossero eserciti, commercianti, viaggiatori, gli antichi postini che portarono alla diffusione degli usi e dei costumi romani.
Come si costruivano le strade? Proprio perché destinate a durare a lungo, grande importanza era attribuita alla loro costruzione, preceduta da un sopralluogo dell'architetto, che stabiliva il percorso della strada, e dall'opera degli agrimensori, che individuavano i punti precisi. Si scavava una grande trincea, sul cui fondo si poneva un primo strato di pietre di grandi dimensioni; seguiva poi un secondo strato formato da pietre più piccole e cocci ed infine un livello di pietrisco misto a sabbia. Completava il tutto un lastricato di pietre squadrate o un piano di ciottoli. A fianco della strada, correva un marciapiede, spesso in battuto. Un po' come oggi, esisteva un sistema per indicare le distanze da, ovvero i miliari, pietre incise, che gli scavi archeologici molto spesso hanno portato alla luce. E la parola moderna "miglio" deriva proprio dal latino milia passum, ovvero mille passi.
Strade popolate e… trafficate – Persone lungo le strade, ma anche carri, le cui ruote hanno lasciato segni nelle
la costruzione di una strada
pietre, come si può vedere a Roma, nel Foro. Ma non solo: le famiglie più ricche lungo le arterie importanti, come la Via Appia, facevano costruire le proprie sepolture, sfoggiando il grado sociale con monumenti di grande impatto al viaggiatore. E spesso le lapidi funerarie si rivolgevano al viaggiatore che percorreva le vie, chiedendo di fermarsi un attimo a ricordare il defunto. La rete stradale era costellata da strutture per i viandanti, antichi autogrill, le cosiddette mansiones, luoghi di sosta per uomini e animali: recentemente un edificio di tal genere é stato portato alla luce a Como, in Via Benzi.
Antiche strade nel Varesotto – Anche il Nord Italia fu ben presto interessato da una fitta rete di strade. Da Mediolanum partivano parecchie direttrici, per Pavia, Como, Piacenza, Novara. La Via Postumia legava città come Genova, Brescia, Verona, Aquileia e Trieste. A queste rete più ampia si affiancavano strade secondarie, che molto spesso riprendevano addirittura vie di comunicazione di epoca celtica.
Da Milano al Lago Maggiore – Nella zona del Varesotto passava la Mediolanum- Verbanus, che fungeva da
rinvenuto a Somma Lombardo
collegamento fra Milano e il lago Maggiore, dove, in epoca romana, fiorì il vicus di Angera. Accanto ai dati archeologici, sono i documenti scritti, le iscrizioni, i toponimi a permettere la ricostruzione del percorso, altrimenti perduto. Questa strada partiva da Milano, probabilmente dalla Porta Giovia, situata dove ora si trova il Castello Sforzesco: passava poi per Pero, Rho, Legnano, Castellanza e Gallarate. Da qui, proseguiva verso Somma Lombardo, Sesto Calende e infine Angera. Le tracce archeologiche si concentrano soprattutto a Somma Lombardo: sono emerse diverse necropoli a ridosso del percorso e oggi un frammento della strada è ancora visibile. Infatti, durante la costruzione del Supermercato il Gigante venne in luce un tratto della Mediolanum-Verbanus, che si presentava formato non da un lastricato, ma da un acciottolato.
Tutte le altre strade – Sono meno puntuali le notizie sulle altre direttrici viarie della zona. Tuttavia, in epoca tardo-antica, in seguito alle invasioni barbariche, fu necessario realizzare nuove vie, a scopo difensivo. Esisteva così una strada che andava da Como verso il Lago Maggiore, passando grosso modo per Malnate. Un'altra collegava sempre Como a Novara, passando per la ben nota Castelseprio e proseguendo poi per Castelnovate e Pombia, località conosciute dalle fonti come castra, cioè luoghi fortificati: il rapporto fortificazione -strada, in un'epoca complessa come il tardo antico e l'altomedioevo, risulta quindi molto stretto e aperto a nuove riflessioni.