Milano – Lo sguardo di Luigi Ghirri (Scandiano 1943 – Roncocesi 1992) sulle cose della quotidianità e sui piccoli mondi entro i quali queste trovano naturale compimento ha segnato aperture spaziali rigenerative tali da diventare all’un tempo testimonianza e indagine.
A tale proposito nel 1994 Ghirri affermava “ La prima cosa che mi colpi nella fotografia di allora (si riferiva agli anni settanta) era l’assoluta mancanza del presente. C’era uno spazio di rimozione di tutto il paesaggio che ci stava intorno. Mancava il presente ! Forse è per questo che oggi molti dicono che mi interesso del mondo minore. Forse è vero; c’è sicuramente del vero. Ma i termini però vanno ribaltati. Per me non è il Duomo di Modena che fa la città. Sono l’insieme delle atmosfere presenti che fanno una città”.
A definire la straordinarietà espressiva di Ghirri concorre “Il paesaggio dell’architettura”, in corso presso la Triennale a Milano, a cura di Michele Nastasi, con allestimento di Calzoni Architetti – Sonia Calzoni e grafica di Pierluigi Cerri, mostra concepit a al fine di mettere in evidenza la visione del Maestro sul tema della connessione tra natura e architettura.
Le 350 opere esposte, tra cui molti inediti, provengono dall’archivio Lotus e Triennale dando vita a un percorso teso a sottolineare come l’indagine di Ghirri si sia rivolta anche sulle realtà abitative del mondo moderno.
Figure umane, quasi sempre riprese di spalle, paiono stabilire equazioni tra se e le strutture verso le quali tendono creando sospensioni temporali di alta liricità.
Luigi Ghirri – “Il paesaggio dell’architettura”, Milano –Triennale Via Alemagna 6. Fino al 9 settembre. Orario: martedì – domenica 10,30-20,30. Ingresso: intero Euro 7; ridotto 6/7
Mauro Bianchini