Di origine greco-armene Gurdjieff rammenta di essere nato il 14 gennaio tra il 1876 e il 1877 ad Alexandropol nell’Armenia russa. Figlio di un ricco allevatore di pecore e grande narratore popolare educò il figlio nella tradizione orale tipica di quelle zone a sud del Caucaso. Georges si prodiga negli studi delle antichissime culture e della religione insegnata dai sacerdoti armeni, poi cominciò il suo peregrinare per l’Europa, l’Africa, l’Asia centrale e il Medio Oriente.
Nel suo girovagare scoprì il pensiero filosofico della quarta dimensione dove l’essere umano raggiunge il vero senso dell’esistenza quando riunisce le quattro forme della consapevolezza sradicando i condizionamenti della Voce del Padrone. Un grande estimatore del filosofo, scrittore, musicista, maestro dervisci, poiché il ballo è una potente manifestazione di vita, lo era Franco Battiato, il suo primo album si intitola proprio La voce del Padrone.
Secondo Gurdjieff si nasce senz’anima e la si costruisce mattone dopo mattone attraverso le varie vicissitudini, forse è per questo motivo che scrisse uno dei testi più famosi: “I Racconti di Belzebù a suo Nipote.”
Per tentare di raccontare “I racconti di Belzebù a suo nipote” (Neri Pozza, pp. 2014, Euro 30,40) credo sia obbligatorio prima spiegare, anche in maniera superficiale, chi era l’autore. Gurdjieff fu un grande ricercatore di una verità sfuggente e parlava correttamente diverse lingue. Sosteneva che l’essere umano era un dormiente perenne che poteva esercitare appieno le sue potenzialità solo svegliandosi scrollando via da sé l’eco della Voce Del Padrone.
Nel I racconti di Belzebù a Suo Nipote Gurdjieff narra la visione di una Genesi differente da quanto trascritto nei testi sacri tranciando gli eventi letteralmente in modo orizzontale. L’autore si svela quanto accadde ai terrestri attraverso il protagonista, Belzebù.
A causa della disobbedienza venne mandato su Marte a osservare la razza umana per redigere rapporti costanti sulla loro evoluzione. Poiché non previsto dai Sottoposti del Grande Ingegnere e Costruttore degli Universi si verificò un incidente tra un meteorite e la Terra. Donne e uomini subirono un grave trauma dovuto all’impatto, gli animali no.
Spettava ai Sottoposti porvi rimedio e improvvisando crearono l’organo Kundabuffer il quale inserito nei cervelli degli umani avrebbe dovuto creare un vuoto di memoria annullando così il trauma dell’incidente.
Potevano esserci delle conseguenze?
L’effetto secondario ci fu. I terrestri ora si esprimevano con idiomi differenti e non si comprendevano, ecco come Gurdjieff cancellò la vicenda della Torre di Babele narrata nella Genesi. Con il passare dei millenni si affezionò agli umani perché le contraddizioni e l’imperfezioni di questi esseri per l’angelo decaduto erano una sequenza matematica fantastica.
Durante la visita di suo nipote Belzebù ricevette l’ordine di comparizione dinanzi al Grande Costruttore. Un evento straordinario dove tutti gli Angeli e Sottoposti furono invitati a partecipare, questo lo agitò ma non si scompose davanti alla curiosità e all’affetto sincero del nipote.
Così durante la navigazione verso il randevu raccontò al ragazzo la straordinarietà della Terra perché temeva che il lavoro svolto venisse dimenticato o peggio modificato.
Era stato richiamato perché non si diffondesse la verità di un insignificante pianeta ai margini del Tutto? Sapeva che L’Ingegnere Capo non avrebbe tollerato quella definizione.
L’ Universo possedeva un equilibrio e, per quanto potesse sembrare banale agli occhi degli Angeli o dei Sottoposti, la malformazione della Terra non avrebbe deturpato il progetto finale.
Il quadro possedeva una bellezza straordinaria e il pianeta in discussione poteva essere cancellato con tutti i suoi abitanti. Belzebù amava quella razza violenta, bugiarda arrogante dove però donne e uomini si sacrificavano per un ideale o per altri esseri viventi, per questo voleva difenderne la storia.
Esistono altri come loro nel resto degli Universi?
Lo scoprirà.
Geroges I. Gurdjieff – “I racconti di Belzebù a suo nipote” – Neri Pozza, pp. 1024, Euro 30’40
Castrenze Calandra