Il volume Evangelicae Historiae Imagines, fu ideato tra il 1575 e il 1580 dal gesuita Jerome Nadal (1507-1580) il quale volle continuare il percorso di catechesi per immagini, iniziato nel secolo precedente con la pubblicazione della Biblia pauperum, attualmente conservata presso la Biblioteca Vaticana. I suoi Vangeli risentirono evidentemente dei principi sorti con la Riforma Cattolica sancita dal Concilio di Trento dove ricoprì il ruolo di assistente dell’ordine della Compagnia di Gesù per la Germania e la Francia.
All’epoca della realizzazione dell’opera Nadal aveva settantatre anni, trentacinque dei quali trascorsi nell’ordine fondato da Ignazio Loyola. Nel 1575 diede incarico ai disegnatori Bernardino Passeri e Marten de Vos di preparare i 153 disegni con gli episodi più significativi della vita di Gesù così come vennero tramandati dai Vangeli sinottici. Data la difficoltà dell’impresa decise di affidare il compito delle xilografie ad un gruppo di incisori tra i quali si segnalano Jerome e Jean Wierix, Charles de Mallery e Adrian Collaert.
La forza espressiva di queste tavole rappresentarono sia pure con esiti sottilmente diversi, il punto di riferimento per tutti gli artisti che si cimentarono sul soggetto religioso nei due secoli successivi alla prima edizione del 1593. Purtroppo Nadal non ebbe, prima di morire, la gioia di offrire al mondo questo suo capolavoro. Come detto pocanzi, fu solo nel 1593 che grazie all’interessamento di Giacomo Ximenes l’opera poté dirsi stampata “in folio”.
Visto l’alto profilo artistico delle immagini si decise di riprodurle anche su velina. Una delle edizioni più famose è conservata nel tesoro dell’Abazia di Insilden, in Svizzera.
Nella Biblia pauperum “madre” spirituale di quest’opera,
nelle immagini raffigurate, le indicazioni venivano fornite attraverso i cartigli. La stessa cosa accadde nel manoscritto Wellcome 290 della seconda metà del XV secolo. In questo secondo caso le figure furono interamente coperte da scritte o particolari, sacrificando così le possibilità di lettura della rappresentazione. L’originalità dell’opera di Nadal fu quella di sostituire i cartigli con lettere di rimando a piè pagina, area in cui si potevano sviluppare i testi pertinenti alla spiegazione di quanto riprodotto nel disegno. Tale tecnica iniziò a svilupparsi anche nel campo della medicina e nella botanica, proprio per la sua peculiarità educativa. L’utilizzo quindi di questi rimandi e di una prospettiva attenta, consacrarono il successo dell’opera nell’educazione cattolica non solo in Europa ma anche in paesi come l’India e la Cina.
Nelle 153 opere grafiche dei Vangeli Illustrati si denota la particolarità di rappresentare diverse sequenze temporali dei diversi episodi in una unica tavola. Ciò che sorprende lo spettatore è la quantità di dettagli introdotti che denotano le qualità degli incisori. Si pensi alla descrizione del paesaggio, delle città e dei numerosi attrezzi artigiani che insieme vogliono restituire all’uomo del XVI secolo una riflessione religiosa fresca di attualità data dalla minuzia dei particolari a lui contemporanei.
Nella tavola raffigurante Simone mentre aiuta Gesù a portare la Croce opera di Bernardino Passeri e Jerome Wierix, il dinamismo dei corpi produce un effetto chiaroscurale che crea una soluzione di continuità tra i personaggi e il paesaggio. Dopo aver oltrepassato la Porta del Giudizio, posta a sinistra della composizione, Cristo cade stremato. A quel punto i soldati impongono a
Simone di Cirene di portare la croce, mentre una donna in prossimità di Gesù cerca di asciugare dal sangue il suo volto.
Una delle incisioni in cui meglio si traduce la dinamicità della scena è certamente La tempesta sedata nata dall’ingegno di Passeri e Adrian Collaert. La scena ritrae il viaggio che Gesù e i suoi discepoli fecero da Cafarno verso Geraso (rappresentate ai due lati dell’opera) attraversando il lago di Tiberiade. Giunti a metà percorso il gruppo fu colpito da un forte vento che mise in serio pericolo l’imbarcazione stessa. Le pose dinamiche degli apostoli si legano alle linee ondulate date dall’acqua, mentre il vento impersonato dai volti in penombra, trovano spazio in alto tra i vortici chiaroscurali delle nuvole. Solo il Cristo rimane statico, coricato a poppa mentre dorme. Sarà quindi con il suo risveglio che si riusciranno a calmare i venti e le acque.
L’impostazione prospettica/chiaroscurale oltre all’attenta cura dei particolari ci forniscono gli strumenti per riconoscere La morte di Epulone e Lazzaro. Sulla destra, in un letto lussuoso, Epulone muore. Sulla sua sinistra vediamo i diavoli trasportare la sua anima all’inferno. Tutto attorno si notano i lamenti dei famigliari e vicino alla porta il trasporto della sua bara sino al seppellimento dove ad attenderlo c’è Satana. Attraverso la finestra aperta in alto a destra si vede invece la morte di Lazzaro accolta dagli angeli mentre portano la sua anima nel seno di Abramo.
Il dualismo tra bene e male, espresso in questa incisione di Jean Wierix viene condotto con uno spirito educativo derivato dalla sensibilità di Jerome Nadal che fedele al programma riformistico della Chiesa precisa con le lettere di rimando il senso iconografico delle scene.