Lugano – Con una personale dedicata a Małgorzata Chomicz (*1970) l’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico di Novazzano inaugura, il 18 maggio (alle 17) nel porticato della Biblioteca salita dei Frati, la stagione espositiva del suo anno giubilare nel quarantesimo di attività. Dell’artista di origine polacca ma da molti anni attiva anche in Italia, si può ammirare una una selezione di opere grafiche che delinea il suggestivo percorso nel campo della stampa d’arte dagli anni Novanta fino ad oggi.
Il titolo della mostra “Identità incisa”, proposto dalla stessa artista, offre una possibile chiave di lettura della sua poetica, là dove il termine “identità”, riferito all’opera grafica, definisce il persistere dell’aspetto formale e al tempo stesso sostanziale attraverso il variare dei modi di essere. In effetti, negli anni cambiano le fonti d’ispirazione e gli oggetti stessi, ma forte permane la tensione nel creare microcosmi attraverso la luce, che nelle opere di Małgorzata conferisce anche senso alla narrazione.
In mostra sono esposte una cinquantina di incisioni, di piccolo e grande formato, rappresentative dei suoi principali cicli grafici, eseguite con i procedimenti tradizionali di incisione, in cavo e in rilievo (acquaforte, acquatinta, puntasecca, maniera nera e linoleografia), talvolta con impressioni multiple e fondi colorati.
Le opere di Chomicz rivelano una grande maestria sia nell’utilizzo delle tecniche dell’incisione lineare o puntinata, su lastra metallica e su linoleum, sia nella resa di superfici più o meno sature, eseguite all’acquatinta o a maniera nera.
Risaltano le suggestive atmosfere create dall’artista a partire da frammenti di paesaggio, dettagli di elementi naturali o forme geometriche immerse in ambienti tenebrosi, vivificati da manifestazioni di luce che suscitano un’ammirata fascinazione. Come spesso avviene nel campo della stampa d’arte, protagonista è la luce, definita a risparmio dall’accumularsi di linee e superfici inchiostrate e, in modo indiretto, dall’apposizione di toni scuri sul supporto chiaro.
Costante nel tempo risulta l’attitudine a intessere un racconto poetico da frammenti reali di paesaggi, di oggetti e di forme geometriche. A tal proposito la storica dell’arte Ewa Urbànska nella monografia pubblicata nel 2020 (edizioni dell’Università di Varmia Masuria) scrive che Małgorzata Chomicz «può creare un’atmosfera grafica e farci sentire l’ansia, il desiderio e la sofferenza nascosti nella natura».
I soggetti ispirati alla natura sono infatti trattati come frammenti di trame naturalistiche, brani di realtà, reliquie di essenza materiale che con il contrappunto del manifestarsi della luce evocano narrazioni che vanno al di là della rappresentazione fisica degli oggetti, al di là della percezione visiva contingente.
Non è quindi un caso che due delle opere esposte rechino il titolo di “Haiku”, termine che nella letteratura giapponese indica poesie brevissime che legano un minimo accenno al mondo naturale alla condizione umana: il tutto espresso in tre soli versi, lasciando al lettore il tempo e lo spazio per ampliare e completare l’opera.
Come da tradizione dell’ Associazione, tra le incisioni in mostra figura quella stampata appositamente per i soci dell’AAAC nell’Atelier di Gianstefano Galli a Novazzano, intitolata“Fossil”, del 2023.
All’inugurazione sarà presente l’artista. La mostra potrà essere visitata sino al 29 giugno nei seguenti orari mercoledì, giovedì e venerdì: ore 14-18 / sabato: ore 9-12
Nota biografica
Nata nel 1970 a Olsztyn, in Polonia, dal 1990 Małgorzata Chomicz opera nel campo dell’inci-sione, della stampa d’arte e del libro d’artista.Laureatasi nel 1995 all’Accademia di Belle Arti di Poznań, nel 1997 consegue il dottorato diricerca in Arti grafiche all’Accademia di Belle Arti di Varsavia. Alla sua attività artistica affiancasin dal 1996 la carriera d’insegnante accademico di ruolo di Tecniche di incisione e stampa. Nel 2005 è nominata professore di ricerca presso l’Accademia di Belle Arti di Cracovia; nel 2007 diviene professore straordinario dell’Università di Varmia-Masuria a Olsztyn e nel 2020 consegue nel medesimo ateneo il titolo di professore ordinario. Nel 2018 è invitata a partecipare al simposio International Graphic Arts Festival organizzato dalla Indira Kala Sangeet University a Khairagarh in India; l’anno successivo è visiting professor in quella stessa sede accademica. L’artista tiene inoltre lezioni d’incisione nel suo studio privato a Perugia. Promotrice di progetti nel settore dell’incisione, ha presentato tutta una serie di mostre personali – tra cui quella tenutasi nel 2015 al Palazzo di Diocleziano a Spalato – e ha partecipato a innu- merevoli collettive in tutto mondo. Insignita di numerosi riconoscimenti, nel 2019 è premiata alla Triennale Européenne de l’Estampe Contemporaine di Tolosa e nel 2020 riceve il Grand Prix e il Prix du Public assegnati nell’ambito del René Carcan International Prize for Printmaking a Bruxelles. Sue opere sono conservate in numerosi musei e collezioni pubbliche internazionali, tra cui The China Printmaking Museum di Guanlan, il Museo del vetro antico a Zara, in Croazia, e il Museo della Grafica di Pisa.