La chiesa di San LorenzoLa chiesa di San Lorenzo

La riscoperta del Battistero – Entrando nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a sinistra si trova una piccola apertura, originariamente più ampia, che spesso passa inosservata ai più; è l'ingresso del Battistero, luogo al quale gli anziani del paese, e non solo, sono molto legati. Dell'esistenza della piccola sala, a pianta ottagonale, si hanno notizie certe dal 1603, anno che segna la fine dei primi grandi lavori di ampliamento della chiesa sumiraghese. La comunità parrocchiana ha deciso di richiederne la sistemazione per poter svolgere al suo interno il sacramento del Battesimo, come avveniva fino ad una trentina di anni fa. Detto fatto: la richiesta ha messo in moto le pratiche. Le prime analisi sono state effettuate nel 2004. I lavori effettivi, realizzati dal restauratore Carlo Veschetti, hanno preso il via l'anno successivo per concludersi di recente. Una operazione che ha portato al ripristino dell'intero apparato decorativo.

L'intervento di restauro – Le decorazioni a fresco che rivestono la muratura, fatta di uno spesso strato di intonaco risalente ai primi del Seicento, risultavano, all'analisi degli architetti interpellati per il restauro, molto rovinate. Il degrado era dovuto principalmente alla mancanza, nel tempo, di un'accurata manutenzione e alle infiltrazioni di umidità: cause di un notevole distacco dell'intonaco e caduta di materiale. Alla luce delle analisi  ha avuto inizio l' intervento di conservazione e restauro vero e proprio. Si è provveduto dapprima ad un'operazione di pulitura generale, successivamente al consolidamento della pellicola pittorica. Inoltre è stata eseguita un'integrazione con mezzi meccanici, pennelli, siringhe e pipette, per colmare in parte i vuoti che si erano creati negli affreschi.

Particolare di un puttoParticolare di un putto

La nuova lettura – Oggi è ben leggibile l'intero ciclo pittorico articolato su tre registri. Le scene affrescate nella fascia centrale sono quattro e sono racchiuse entro spazi rettangolari; nel mezzo è raffigurato il Battesimo di Gesù, mentre ai lati sono riprodotti dei paesaggi poco particolareggiati che accolgono figure dell'iconografia cristiana, come San Giovanni Battista, la cui presenza è ribadita più volte e in pose diverse all'interno del ciclo. L'unico spazio bianco si trova sulla parete sinistra, interrotta da una finestrella che dà all'esterno, lì, probabilmente, si trovava un altro paesaggio che non è stato possibile recuperare.

Alzando gli occhi – Nella parte alta del Battistero, articolata in vele, troviamo raffigurato al centro Dio Benedicente che sorregge il mondo, con il capo rivolto verso il Figlio (che nel riquadro sottostante sta ricevendo il Battesimo), ed ai lati due angeli musicanti. Un tripudio di colori: arancioni, rossi e azzurri cangianti sembrano illuminare l'intera sala.
Interessanti sono i volti paffuti degli angioletti collocati sopra a queste tre figure. Abilmente scorciati, sembrano uscire dalla parete e volgersi verso basso, guardando così lo spettatore; il soffitto, infine, ripropone dei paesaggi naturali e due putti nella fascia centrale, di non altrettanta suggestione.

Guardando al futuro – Per ora non si può che ammirare l'interessante riscoperta, ma non mancheranno a breve degli studi da parte di storici dell'arte. Durante i lavori di restauro, infatti, c'è stata un'interruzione voluta dalla Soprintendenza ai Beni Culturali che ha voluto indagare, segnalando l'importanza di alcune parti degli affreschi riconducibili forse a qualche antico maestro locale.

I meriti – L'intervento di restauro è stato promosso da una nativa, discreta, sumiraghese che non vuole pubblicità, benché presto l'intera operazione di recupero sarà dedicata alla memoria della sua famiglia. 
Promuovere la conservazione e il restauro di un monumento, qualunque sia il motivo, è sempre un atto nobile. Prendersi cura delle testimonianze del passato ci rende portatori di cultura per il futuro. la storia gliene darà merito.