Roberto Filippetti, è nato a Fano nel 1953. Laureatosi in Lettere, ha insegnato per venticinque anni nelle Scuole Superiori. Ha collaborato con il Servizio formazione permanente dell'Università Cattolica di Milano; ha tenuto molte lezioni nei corsi d'aggiornamento per docenti e numerosissime conversazioni per maturandi nelle principali città italiane. E' stato chiamato a tenere conferenze di arte e letteratura nelle università di Bologna, Venezia, Padova, Bergamo, Milano (Cattolica, Statale e Bocconi), Palermo, Bari, Trieste, Sassari, Torino. E' fra gli estensori dei commenti alla Divina Commedia di Dante Alighieri, Rizzoli BUR, 2001.
Beato Angelico. Guido di Pietro nasce negli ultimi anni del ‘300 da famiglia contadina. Da adolescente va come apprendista pittore in una bottega fiorentina. Attorno ai vent'anni, nel 1417, è "dipintore" in proprio. Giusto in quell'anno il Concilio ecumenico di Costanza pone fine al terribile scisma d'Occidente, durante il quale la Chiesa era giunta ad avere tre papi. Quindi Guido di Piero "feciesi frate di santo Domenicho", nella perfetta regolare Osservanza, chiedendo di entrare, assieme al fratello Benedetto, attorno al 1421-22 nel nuovo convento di San Domenico a Fiesole. Aveva tra i 22 e i 25 anni. Prese il nome di fra Giovanni da Fiesole. Cosa cercava Guido nella vita religiosa? Risponde il Vasari "la soddisfazione". Viene ordinato sacerdote nel 1427. Ora è un Frate Predicatore "per immagini", con la parola e soprattutto col pennello: riceve dai superiori l'incarico di dedicarsi all'arte sacra e apre l'"officina" nel convento di Fiesole Visse quindi a Firenze e poi a Roma, dove morì il 18 febbraio 1455.
Explorer navigation. La conversazione del professor Filippetti presenterà l'opera pittorica di Beato Angelico, attraverso una modernissima tecnologia che ci permetterà di catturare ogni dettaglio. All'inizio della presentazione si entra nella chiesa di Fiesole: vengono riportati a casa loro i capolavori che erano lì nello jubè, e che vengono ora ammirati nei musei di Madrid, Londra, Parigi. Poi si scende in città, si entra nel chiostro di San Marco, ove ci s'imbatte nel Crocifisso e nel grandioso affresco della sala del Capitolo; quindi si sale al piano superiore per contemplare i grandi dipinti del corridoio e di tutte le celle. Contemplata aliis tradere: questa l'intenzione profonda che guida la mano del pittore nel concepire le icone che dovevano accompagnare la vita nella clausura dei frati. Ciò che gli è dato da contemplare il frate predicatore poi non può non restituirlo, consegnandolo a tutti: non può non ridarlo, non per dovere ma per sovrabbondanza del cuore. Lungo questo asse portante Fiesole-San Marco, la presentazione propone anche altri capolavori, oggi sparsi per chiese e più spesso musei del mondo.
Continua inoltre la campagna di sensibilizzazione. Il governo Renzi ha deciso di lanciare una campagna che coinvolge i cittadini nel proporre un luogo culturale da recuperare o salvaguardare allo scopo di restituirlo alla propria città. Per far questo ha creato l'indirizzo e-mail bellezza@governo.it tramite il quale è possibile scrivere, entro il 31 maggio, segnalando il bene storico/artistico meritevole di essere valorizzato, accompagnato da una breve motivazione. Una commissione ad hoc valuterà le richieste ricevute ed indicherà al Governo le realtà che necessitano maggiormente di essere finanziate.
Di fronte a questa grossa opportunità, Palazzo Branda Castiglioni non può restare indifferente e chiede un piccolissimo ma concreto e sostanzioso aiuto al fine di poter riportare l'intera ala trecentesca esclusa dal percorso museale, al suo originale splendore. Un primo intervento stratigrafico con saggi alle pareti eseguito sotto la direzione della Soprintendenza milanese ha infatti portato alla luce quelli che potrebbero essere dei cicli pittorici appartenuti al periodo del Cardinale Branda Castiglioni (Sec. XV).
Un pool di esperti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, coadiuvati da qualificati collaboratori del settore, hanno confermato la validità dei ritrovamenti e sono già stati avviati i contatti con la direzione dell'Opificio delle Pietre Dure di Firenze per studiare un approfondito piano d'intervento.
"Ci troviamo ad affrontare – spiega l'Assessore alla Cultura Graziella Magnoni – quello che potrebbe essere un importante ritrovamento pittorico in grado di incrementare il patrimonio storico artistico nazionale. La situazione venutasi a creare è simile a ciò che accadde in questo edificio nel 1982 quanto, partendo da una semplice ricerca stratigrafica, riportammo alla luce la Cappella di San Martino attribuita dai massimi studiosi internazionali a Lorenzo di Pietro detto "il Vecchietta" e considerata tutt'ora uno dei principali ritrovamenti del primo Rinascimento italiano".
Il Comune di Castiglione Olona non ha risorse economiche per poter finanziare l'intervento ed è per questo che lancia l'appello ed invita tutti a scrivere all'indirizzo e-mail bellezza@governo.it copia/incollando la seguente frase:
"Il palazzo del cardinale Branda Castiglioni in Castiglione Olona (Sec. XIV-XV) non smette di stupirci. Sappiamo che cicli pittorici di grande valore sono stati coperti nei secoli passati. Aiutateci a riportarli al loro antico splendore. Masolino da Panicale e il Vecchietta ci lanciano il loro appello per restituire al Palazzo del cardinale Branda il giusto valore ed il posto che merita nella storia dell'arte italiana"