Busto A. – “Più il blu è profondo e più richiama l’idea di infinito, suscitando la nostalgia della purezza e del soprannaturale”. Prendo a prestito questa asserzione di Kandinskij per scrivere di una rassegna, luminosa di blu e di intelligenza nelle scelte: da non perdere per schiarirsi occhio, mente e cuore.

Articolata nelle sale della Fondazione Bandera e della galleria di Cristina Moregola varia sul colore blu, colore che non stanca mai e suggerisce malinconia e introspezione ma anche libertà e serenità. Emozioni e sentimenti che si provano appunto sostando con calma – non è sempre il blu a trasmettere questa sensazione? – davanti ad ogni opera esposta, in silenzio anche se poteva starci a sottofondo qualche nostalgica musica blues.

Su, alla Fondazione scorrono, disposti con opportuni rimandi che possono pure essere contrasti, lavori di consacrati maestri e di giovani che magari lo diventeranno. Tutti con le loro proposte contribuiscono a dare L’idea di infinito blu, il titolo felice della mostra, a cura di Cristina Moregola e Cristina Sissa (fino al 7 aprile 2024), e anche per loro calza a pennello quanto ha scritto Gillo Dorfles a proposito delle sette incisioni blu (esposte) di Enrico Della Torre perché davvero ogni artista presente riesce a costruire le sue immagini “senza mai perdere quella dimensione umana che fa di ogni linea, di ogni reticolo, di ogni punto l’equivalente di un dato emotivo, di un ricordo affettivo”.

1-moregola-galleri-pacciarotti-236x300Le stanze di Cristina Moregola non sono affollate di opere anche se gli artisti sono quattro e si può allora incominciare con Lucia Bonomo e le sue 32 squadrate lamine di ferro disposte in sapiente e ordinato rigore sulla candida parete. Su queste lievi lastre appaiono forme delicatamente colorate che trascorrono come in un blu di cielo, con effetti di trasparente e soffice luminosità. Di contro, appoggiate su un tavolo altrettanto candido, stanno invece i blue poems (1981-86) di Betty Danon che in anni di avanguardia informatica propose, servendosi del computer, crepitanti segni di poesia visiva. Due strade, quella della Bonomo e della Danon certamente diverse ma entrambe rivolte a individuare i connotati di una realtà sempre capace di tradursi in nuove e vivide emozioni.

moregola-galleri-2-300x300Lo stesso vale per gli altri due artisti: Alfonso Talotta e Giulia Napoleone convocati a testimoniare il loro almost blue. Talotta contrasta blu a colori chiari evocando forme astratte, misteriose e grandiose, lontane; nei quadri di Giulia Napoleone  invece l’apparente staticità si frammenta via via in una molteplicità di filamenti cromatici tutti diversi, esili eppur carichi di energia, a rappresentare lo stato interiore di “quel” momento creativo.

S’era incominciato lamentandosi che mancava il sottofondo di musica blues ma davanti alle opere di Giulia Napoleone sceglierei i 5 Pezzi per orchestra dell’opera 61 di Schőnberg: uno, se non erro, il compositore lo aveva intitolato “Farben” (Colore). Chissà se pensava al blu!

 

Giuseppe Pacciarotti

 

Immagini: 1 Vanishing blues; 2 Geometrie d’azzurro 7 (2023)

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