Milano è proprio bella da vivere nel mese di dicembre! Non solo perché s’illumina tutta e in modo elegante e perché c’è l’inaugurazione della Scala dove accanto alla musica si può respirare ancora un po’ di patriottismo risorgimentale, proprio come quando il teatro, all’udire “Avrai tu l’universo, l’Italia a me”, un’aria dell’“Attila” di Verdi,  era tutto percorso da un fremito vibrante. È bella Milano anche perché è un continuo svolgersi di manifestazioni dove aleggia l’attaccamento, sempre mantenuto su toni austeri e mai esibito, della città verso taluni valori fondanti fra cui, e non certo ultima, la cultura. Una di 1pacc-1-133x300queste belle realtà è il Premio Testori dove si premiano giovani: giovani studiosi d’arte e di teatro e giovani scrittori creativi, tutti scelti da una giuria che annovera fior di nomi (anche due donne varesine: Anna Bernardini e Silvia Isella). Giovani che sono arrivati un po’ dappertutto, in questa edizione, che è la terza, fin dalla Spagna, e che si sono presentati alla cerimonia emozionati e compunti nella sala col Bramantino della Pinacoteca di Brera, finalmente rinnovata e resa accogliente, dove ha fatto gli onori di casa con l’usuale garbo il Soprintendente James Bradbourne.

Nella rosa dei premiati c’era anche un giovane di Busto Arsizio, Tommaso Tovaglieri, 2pacc-2-300x300già allievo del Liceo Candiani, forgiato poi agli studi di storia dell’arte alla Statale di Milano con Giovanni Agosti, docente che per rigore e passione è da ritenere l’indiscusso successore della Brizio, la “terribile” professoressa sulla stessa cattedra nei passati anni Cinquanta-Settanta. Per la tesi magistrale Tovaglieri aveva scelto di considerare la cultura artistica bustese nel Cinquecento, riuscendo a ricostruirne il volonteroso fervore e indagando opportunamente non solo sulle testimonianze artistiche, ma anche su talune figure eminenti. Il Premio Testori “ex aequo” non gli è stato però assegnato per questa puntuale ricerca, bensì per un altro lavoro, parte di uno, più vasto e complesso, che vede a protagonista Roberto Longhi, il grande studioso della pittura italiana, il “connaisseur” di riferimento per i collezionisti e gli antiquari della prima metà del 1900. Fra questi, anzi fra i primi se non il primo, il conte Alessandro Contini Bonacossi che a New York arrivava carico di preziosissimi fondi oro e di tele di maestri del Cinque e del Seicento acquistati subito, a fior di dollari, dai vari Kress e Duveen. Appunto un Contini Bonacossi, però adottato, Sandrino, sposò l’avvenente Elsa De’ Giorgi, attrice del cinema autarchico e in seguito regista e scrittrice. Proprio su questa prorompente figura si è applicato Tovaglieri che con intelligenza e sensibilità ha saputo entrare, come ha segnalato Salvatore Settis  leggendo la motivazione del premio, in vicende complesse di personalità altrettanto complesse, facendo emergere i profondi rapporti della De’ Giorgi con intellettuali come Calvino (lui la chiamava appassionatamente “Raggio di sole” o “Palomita”), Visconti, Arbasino e P.P. Pasolini del quale Tovaglieri ha rivalutato un testo scritto apposta per lei. Non mancando, ovviamente, di evidenziare come, accanto a questa sensibile attenzione verso intellettuali allora fuori dal coro, la De’ Giorgi fosse partecipe, almeno finchè il matrimonio non si ruppe, delle vicende d’arte del marito diventato nel frattempo stretto e ascoltato collaboratore del conte.

3pacc3-192x300A conclusione della simpatica cerimonia e prima che Toni Servillo leggesse brani da “Conversazione della morte” di Giovanni Testori  i vincitori della sezione Storia dell’Arte di questa e delle passate edizioni del premio hanno accompagnato gli invitati in visita ad alcune sale della Pinacoteca dove sono esposte opere studiate e amate dallo scrittore. A Tommaso Tovaglieri è toccata proprio quella del Seicento lombardo, periodo per il quale Testori scrisse pagine memorabili, recuperando in tutta la loro forza emozionante due artisti come Tanzio da Varallo e Francesco Cairo. Tommaso Tovaglieri ha coinvolto il pubblico che lo seguiva con un’appassionata lettura delle tele di questi pittori: testoriana certo, ma anche aggiornata sugli agguerriti studi che son venuti poi. Come è giusto che sia.

 

Giuseppe Pacciarotti

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