Il grande isolato – Nonostante la sua opera sia ben conosciuta da un vasto pubblico, una rassegna a lui dedicata mancava in Italia dal 1993. L'antologica di Palazzo Reale (fino al 29 giugno) vuole porsi nel filone degli omaggi internazionali dedicati al grande maestro, protagonista dell'arte dello scorso secolo. Il "caso Bacon", come da molti è stato definito, è dovuto a un'intensità espressiva ottenuta attraverso una miscela di fonti che sono nello stesso tempo riconoscibili ma stravolte, distinguibili l'una dall'altra ma combinate e rimescolate in un modo talmente inatteso da risultare sempre nuove e sconvolgenti. Echi dell'Espressionismo, deformazioni e forme semplificate provenienti dalla figurazione di Picasso o dalla pittura surrealista, sfocature e inquadrature tipiche della fotografia. Francis Bacon (Dublino 1909 – Madrid 1992) è unanimemente riconosciuto come l'ultimo dei grandi maestri della seconda metà del Novecento per la capacità con la quale ha saputo interpretare le universali inquietudini del suo e nostro secolo.
Viaggio nel colore – Il nucleo dell'esposizione prevede la selezione di oltre cento opere, quasi tutte inedite per l'Italia. Un percorso completo che parte dai primi lavori degli anni Trenta, che rivelano un Bacon già attratto dalla deformazione e dall'ambiguità delle figure, fino agli ultimi grandi trittici nei quali il tormento esistenziale si stempera in una sofferta serenità. L'esposizione si apre con un gruppo di opere su carta ritrovate soltanto dopo la morte dell'artista e finora mai presentate in Italia, per poi proseguire con i dipinti del primo dopoguerra quando Bacon si afferma sulla scena internazionale e con l'ossessiva tematica dei papi. Un'attenzione particolare
viene focalizzata sull'attività degli anni Cinquanta e sugli studi del volto umano. In questa sezione sono riuniti i ritratti, di amici o eseguiti su commissione, che mostrano un carattere sinistro e spettrale. La mostra prosegue con opere degli anni Sessanta e Settanta e presenta, per la prima volta in Italia, la riproduzione fotografica dell'atelier di Bacon al 7 di Reece Mews, South Kensington di Londra, il microcosmo più intimo dell'artista dove egli ha abitato fino al 1992. Milano anticipa con questa esposizione i futuri omaggi al grande artista che saranno resi nel 2009, centenario della sua nascita, dalla Tate di Londra, dal Prado di Madrid e dal Metropolitan di New York.
La tragica contingenza – Realistici e irrealistici, grotteschi e surreali i suoi personaggi urlano un'angoscia che nessun uomo oserebbe confessare. Proprio quest'insieme di elementi discordanti fanno di Bacon un caso di cui è difficile parlare perché non rientra in alcuno schema storico. La sua poetica si fonda sull'assunto che oltre alla realtà del mondo esterno esiste la realtà inconscia, una soggettività che conferisce maggior intensità e verità all'opera. Contrario ad ogni forma di astrattismo, l'artista resta aggrappato alla realtà sulle orme dei grandi maestri del passato, da Rembrandt a
Velàzquez, da Cézanne a Van Gogh, ricollegandosi al cubismo di matrice picassiana per lo studio degli spazi ma al contempo sviluppando un interesse per le forme antropomorfe, per l'ambiguità insita in esse e trovando infine la propria personale dimensione in un realismo esasperato, agli estremi limiti della figurazione. Nessuno più di Bacon ha saputo esprimere, dopo il dramma epocale della Seconda Guerra Mondiale, la tragedia dell'individuo e gli aspetti oscuri dell'esistenza all'interno di una società esteriormente vincente e protesa verso un progresso portatore di benessere.
Il pensiero di un secolo – "La pittura del XX secolo aveva quasi dimenticato la carne di cui siamo fatti, e Francis Bacon gliel'ha ricordato. Questo è il motivo per cui l'inglese appare sempre di più una figura di rilievo addirittura antropologico. Un profeta. Un diagnostico. E questo a prescindere, se possibile, da qualità di pitture eccelse, degne non solo dei più alti esempi della contemporaneità, ma degli stessi maestri del passato. (…) Francis Bacon si chiede se esista altro oltre alla biologia e all'arte. Risponde di no. E in questa negazione c'è metà del pensiero di un secolo; il suo tormento ma anche la sua felicità".
Bacon
Milano, Palazzo Reale
5 marzo – 29 giugno 2008
www.francisbacon.it
Catalogo: Skira