delle sonate op. 1 di Luchesi
Un paio di anni or sono, intervistando il pianista varesino Roberto Plano, assai più noto, invero, negli Stati Uniti ed in Canada che dalle nostre parti, dimostrazione preclara di come la "spocchia" culturale italiana si sia mummificata nell'esterofilia prossima al provincialismo congenito, il maestro affermò, a proposito del proprio strumento che esso "di per sé, non ha un'anima particolare, che, invece, dobbiamo noi artisti "recuperare" e trasferirla all'uditorio. Il pianoforte, come ogni strumento, è solo il mezzo per arrivare a questo".
Quindi, aggiunse che "bisogna considerare l'espressività: la sola tecnica esasperata mi darebbe fastidio e lo trasmetterei agli ascoltatori, così cerco di raggiungere l'equilibrio tra essa e l'interpretazione che da sola, sarebbe soltanto una visione personale".
Artista completo e coscienzioso, dunque.
A quel tempo, la Concerto, emerita casa milanese volta alla promozione della musica italiana – tramite autori ed interpreti – aveva appena pubblicato il primo cd interpretato da Roberto Plano dedicato ad Andrea Luchesi, compositore per lunghi anni posto nell'oblio e trattone alcuni anni fa da Giorgio Taboga, non senza aspre polemiche che non giovarono di certo alla musica dello stesso Luchesi.
Accostarsi oggi alla musica di Andrea Luchesi, così come dovrebbe avvenire per ogni autore operante nella
dedicato a Luchesi
seconda metà del XVIII secolo in Europa, richiede la totale mancanza di pregiudizi relativi all'annosa questione sulla "supremazia" di una "scuola" rispetto ad un'altra. Questo è un aspetto imprescindibile per godere della produzione dell'epoca tanto che il linguaggio musicale del Settecento, difatti, è il frutto di un crogiolo di differenti esperienze, proposte, accostamenti, scambi culturali che in Haydn ed in Mozart, gli autori identificati come i "creatori" del Classicismo viennese, sono mirabilmente riassunti, meditati e rielaborati tramite una personale sintesi che permette di indicare costoro quali parametri rappresentativi per la seconda metà del XVIII secolo.
Pertanto, l'influsso reciproco tra gli artisti locali ed i compositori italiani operanti nell'area tedesca (che, ricordiamo, è bene non identificare con la sola Germania, bensì con l'insieme dei popoli autoctoni riuniti, per lo più entro i confini dell'Impero Austro Ungarico e dei territori componenti la Dieta dei principi elettori) è un dato di fatto di fronte al quale oggi ci è permesso di riconoscere l'attivo scambio di idee nelle forme dell'arte, indipendentemente dalla destinazione della stessa all'ambito privato o pubblico, del concerto o del teatro.
Così, accanto a Salieri, a Sarti, a Sacchini, a Galuppi, a Traetta, a Bertoni, a Paisiello ed a Cimarosa, il nome di Andrea Luchesi trova il posto che gli compete, quale ottimo compositore, sicuro della propria arte e ricco di talento, anticipatore di alcune proposte che saranno per lo più "definite" nell'ultimo decennio del Settecento e nel primo dell'Ottocento nella tarda maturità haydniana e "superate" dall'esuberanza artistica di Beethoven, sulla cui giovanile produzione, troppo poco si è studiato.
Condividendo egli quanto ho affermato fin qui, Roberto Plano, che si era assunto il notevole impegno di incidere, in prima assoluta su pianoforte, due concerti per fortepiano di Luchesi, postosi a "studiare" le partiture si è trovato nell'"imbarazzo" di scegliere una cadenza adatta per il Concerto in fa maggiore, giacché il compositore prevede l'"ad libitum" per l'interprete, dopo avere scritto personalmente una cadenza, decise di approfondire una ricerca tra il fascio di quelle mozartiane scritte per diversi concerti, giacché, dall'epistolario e da altre testimonianze, è noto che i Mozart e Luchesi si conoscessero, anzi, è certo che Mozart eseguiva il Concerto in fa maggiore che lo stesso Trevigiano gli aveva donato nel 1771 a Venezia.
Non arbitraria, dunque, la scelta di Plano di accedere alla "Digital Mozart edition" del Mozarteum, dove trova una cadenza in fa maggiore, catalogo KV624, poi KV 626a, indicata per un "concerto sconosciuto", ed, inizialmente, attribuita ad uno di Schroeter.
La sorpresa di Plano è stata incredibile nel riconoscere esattamente i temi provenenti dal concerto di Luchesi, esposti con il medesimo andamento, caratteristiche che gli permettono di affermare che "la cadenza sia certamente scritta per il Concerto in fa maggiore".
Ed, in effetti, confrontando tanto la partitura luchesiana quanto la cadenza in questione, non sembrerebbero esserci dubbi sulla destinazione di quest'ultima. Nel disco, che è recentemente uscito, in tal modo, possiamo ascoltare questa cadenza, inserita nel contesto proprio.
Essendomi stato chiesto di stendere le note che accompagnano la pubblicazione, mi sono trovato, così, a siglare la scelta di un artista sopraffino e di indicare la
Luchesi, Sonate op.1, R. Plano
strada affinché, storicamente, la bella cadenza mozartiana possa essere designata non più come per "concerto non identificato", non tanto per una diatriba – come qualcuno, errando, ha impostato la ricerca luchesiana negli ultimi anni – sulle attribuzioni, o i "prestiti" (prassi, per altro, comunissima, all'epoca), ma per arricchire e valorizzare il fecondo panorama musicale austro italiano del XVIII secolo, testimonianza di un attivo scambio fra le culture dei popoli.
Se il lettore avrà avuto la pazienza di seguire fin qui quanto scritto, di certo si sarà chiesto chi sia Andrea Luchesi e quale ruolo possa concretamente rivestire nella musica del secondo Settecento.
La settimana prossima, così, per completare questo discorso, proverò a tracciare qualche notazione biografica accompagnandola con brevi tratti di interpretazione storica ed estetica, riferendomi, direttamente a quanto fin qui pubblicato ed inciso, non soltanto da Roberto Plano.
Andrea Luchesi – Roberto Plano: Sonate varie (il primo cd pubblicato da "Concerto"):
http://www.youtube.com/watch?v=1IBWpeul_Rk
Andrea Luchesi: Rondò per organo:
http://www.youtube.com/watch?v=jsGP8vVh7gs
Andrea Luchesi: Sonata n. 6 op. 1 – Luca Guglielmi al clavicembalo:
http://www.youtube.com/watch?v=N4qm7tu8l_k
Andrea Luchesi: Sonate per cembalo op. 1 – Roberto Plano (pianoforte):
http://www.youtube.com/watch?v=BSsByFNM5ik