Dove li metto? – Più di cento candidati per un ruolo di conservatore museale. Dove ospitarli, in quale sede fare le previste prove scritte e quella orale? In un'aula magna, in un capannone o in quale altro capiente luogo? Il problema non è da poco. Ma potrebbe essere un problema fittizio. Il concorso bandito in autunno dal Comune di Varese per riempire dopo quasi vent'anni in maniera stabile una casella fin qui occupata, o non occupata, da figure professionali a tempo, potrebbe arenarsi ancor prima di cominciare.
La stabilizzazione – Questioni finanziarie, sembra, all'origine dell'empasse. La cosiddetta stabilizzazione dei precari, imposta da vincoli particolarmente rigidi messi nero su bianco in finanziaria, potrebbe favorire la scelta di individuare nell'organico già presente nell'amministrazione comunale la figura che andrà ad occuparsi delle mansioni previste negli uffici di via Monguelfo, sede del Castello di Masnago e del museo d'arte moderna e contemporanea della città. E pazienza se nessuno ha per formazione specifica l'abito su misura per le necessità.
La beffa – Una scelta che, se così fosse, avrebbe il sapore della beffa per il largo numero di aspiranti che a metà novembre avevano lasciato il proprio curriculum e le proprie aspettative in un concorso atteso da tanto tempo; tanti anche per le maglie larghe con cui erano stati previsti i criteri di ammissibilità. Nessuna specifica specializzazione, ma la semplice laurea con, tra i pochi fattori discriminanti, un pregresso professionale nelle pubbliche amministrazioni. Una mancanza di selezione preventiva dovuta anche all'inquadramento previsto per il
futuro conservatore; quello di un semplice impiegato di primo livello con le conseguenze anche retributive che ne conseguono. In ogni caso, si dovesse decidere per intraprendere la strada del concorso, i tempi rischierebbero di stringersi troppo per pensare a portarlo a termine sotto la gestione dell'attuale dirigenza.
La poltrona pesante – Altri boatos intanto fanno da corona alle vicende legate a nuovo conservatore. Al centro questa volta la scelta del successore dell'attuale direttore Pedroli prossimo alla pensione. Recentemente il sindaco Fontana in merito aveva accennato a diverse soluzioni possibili e a qualche contatto già avviato. Frasi interpretabili come uno sguardo all'esterno. Voci più recenti e insistenti lasciano invece intuire molto probabile l'orientamento verso una soluzione in casa. Già in carico all'amministrazione, chi andrà a sedersi sulla poltrona di Pedroli come dirigente di più alto grado dell'ufficio cultura, sarà investito della stessa serie di responsabilità amministrative, tra cui anche quella, en passant, di direttore museale. Anche in questo caso: competenze specifiche, un optional. Non proprio il colpo d'ala che ci saremmo potuti attendere in questo inizio 2008.