Il duo – C'erano anche loro. Sebastiano Grasso – da più di vent'anni al Corriere della Sera come giornalista responsabile del settore arte – e l'istrionico Flaminio Gualdoni – storico e critico d'arte e penna 'ribelle' del Giornale dell'Arte. All'ex cinema Rivoli di Varese Varesevive e il Liceo Artistico Frattini hanno deciso di offrire una occasione rara per gli studenti e per tutta la comunità: una tavola rotonda ad ingresso libero che ha attirato poco pubblico oltre agli addetti ai lavori. Proprio i due 'ospiti d'eccezione' arrivati da Milano hanno rilasciato un'intervista ad Artevarese in cui hanno dato la loro opinione sull'arte contemporanea e sulle prospettive lavorative di chi si affaccia oggi al mondo del lavoro in un campo non proprio semplice.
La 'schizofrenia' – "Bisogna aiutare i giovani – commenta Sebastiano Grasso – Anche a Varese ci sono dei talenti e dobbiamo promuoverli, a patto di riuscire ad essere selettivi."
Sulla stessa linea di pensiero Gualdoni, che punta il dito contro la "schizofrenia" dei nostri tempi: che, da un lato, predicano la valorizzazione dei giovani e, dall'altro, escludono in partenza le nuove generazioni.
"L'arte – ha ricordato – è anche una professione".
Determinato Gualdoni risponde con disinvoltura anche quando ci parla dell'apertura, ormai prossima, della Biennale di Venezia: "La mia abitudine è quella di farmi un'opinione a ragion veduta. Ecco, le premesse non sono entusiasmanti perchè credo ci sia un pò di stanchezza proprio nel modo di progettare le mostre."
L'ottimismo – Ma se il problema non è lo studio liceale e nemmeno l'università, bensì il risvolto pratico, dove sbagliano i giovani d'oggi? Dalla parole dei due ospiti si percepisce un pacato ottimismo. Le vie di fuga per gli aspiranti critici e giornalisti non mancano: "Non dobbiamo limitarci ai percorsi ordinari, cioè alle mostre, alle gallerie, al mercato d'arte in senso canonico. Oggi il web e una serie di altri strumenti consentono delle possibilità assolutamente nuove e in gran parte ancora inesplorate". In chiusura, da Grasso è giunto un incoraggiamento ai giovani che hanno scelto la professione del giornalismo di settore (artistisco): "Faccio questo mestiere da quasi ventotto anni. E posso affermare che si tratta di un'esperienza interessantissima, perchè, ciò che appare uguale è, in realtà, sempre diverso".