attorno al fregio di
Beethoven
Milano, prima città italiana che inaugurerà le celebrazioni dell'anniversario, si allinea all'offerta culturale internazionale con questa mostra che presenta la riproduzione a dimensioni reali dello straordinario Fregio di Beethoven accompagnata da quindici disegni originali correlati al famoso affresco custodito in una sala del Palazzo della Secessione di Vienna.
Il percorso espositivo si apre con i manifesti originali della Secessione viennese realizzati tra gli altri da Koloman Moser, Alfred Roller, Ferdinand Hodler e Leopold Stolba per le singole Esposizioni del movimento e appartenenti alla Collezione Salce della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso.
Completano l'esposizione alcuni numeri della celebre rivista "Ver Sacrum", lo strumento più alto realizzato dagli artisti appartenenti al movimento secessionista, custode della poetica dell'arte totale – Gesamtkunstwerk.
La mostra guiderà il visitatore alla comprensione del capolavoro klimtiano, cogliendo i motivi grafici principali della composizione insieme alla forte simbologia e alle numerose allegorie che ne emergono.
Un team di scenografi e decoratori darà infatti vita alla riproduzione del celeberrimo Fregio di Beethoven in scala 1:1. Il Fregio sarà posizionato in una sala dedicata all'interno della sede espositiva in cui risuoneranno le note della Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven.
Il Fregio lascia trasparire il grande eclettismo di Klimt che, con il suo stile inconfondibile, riesce a mescolare e a trarre ispirazione da vari elementi figurativi e artistici fondendo all'interno dell'opera echi e suggestioni diverse. Se dalla pittura egiziana e vascolare greca trae la concezione della parete come fascia su cui allineare una sequenza di figure ed eventi, è dalle stampe giapponesi di Hokusai e Utamaro che ricava il segno forte e incisivo.
Il Fregio di Beethoven, lungo trentaquattro metri e sviluppato su tre pareti del Palazzo della Secessione, fu dipinto da Klimt nel 1902 in occasione della XIV mostra del movimento della Secessione Viennese.
al fregio (partic.)
L'esposizione, progettata come cornice per la grande scultura in marmo policromo di Max Klinger dedicata a Ludwig van Beethoven, fu una corale celebrazione del compositore tedesco particolarmente stimato e apprezzato durante quegli anni.
L'opera si compone di tre parti: L'anelito alla felicità, Forze ostili e Inno alla Gioia. Nell'ultimo pannello Klimt riporta la citazione biblica: "Il mio regno non è di questo mondo", la stessa citazione che ritroviamo nel saggio di Wagner 1846 dedicato a Beethoven per sottolineare la funzione liberatrice della musica in contrasto con la corruzione del mondo terreno. Nell'opera di Klimt emerge anche la contrapposizione tra bene e male e l'aspirazione al riscatto ideale attraverso l'arte nel rapporto tra uomo e donna.
L'uomo, raffigurato dal Cavaliere, dovrà affrontare una sorta di viaggio agli Inferi per raggiungere la Poesia, protagonista femminile del dipinto. La strada verso il sublime è tortuosa e colma di tentazioni pericolose ma il Cavaliere ne esce vittorioso e arriva finalmente il momento della liberazione rappresentato dal raggiungimento dell'estasi amorosa. L'abbraccio finale tra il Cavaliere, spogliato delle sue armi, e la Poesia simboleggia il raggiungimento del regno ideale.
Gli ornamenti fluttuano come note musicali e dalle pareti emerge il tipico stile klimtiano caratterizzato da colori sapientemente accostati, linee sinuose e profusione dell'oro.
Gustav Klimt. Disegni intorno al fregio di Beethoven
Dal 4 febbraio al 6 maggio 2012
Spazio Oberdan, Viale Vittorio Veneto 2, Milano
Orari: martedi e giovedì, dalle 10.00 alle 22.00
Mercoledì, venerdì, sabato, domenica, dalle 10.00 alle 19.30
Lunedì chiuso