Nuove incursioni – Il fotografo ed artista verbanese Roberto Carulli torna a colpire, nel segno del gioco e della provocazione. Il maltempo che nel fine settimana ha colpito il Verbano e il bacino del Lago Maggiore ha fatto decidere per il rinvio a sabato 21 agosto, alle 15, dell'iniziativa di "Free Hugs – Abbracci gratis", promossa da Carulli a Villa Bernocchi di Premeno, nel cui parco è esposta l'opera intitolata "L'abbraccio", una sorta di enorme radice intrecciata e contorta. L'iniziativa era in programma per sabato 14 agosto, ma vista la pioggia solo un gruppo di amici non ha voluto mancare all'appuntamento. Nel mondo questi abbracci gratis sono noti come "free hugs". Sono gli abbracci tra sconosciuti scambiati in luoghi pubblici come i parchi. Il debutto fu a Sydney, in Australia nel 2004, poi grande eco ebbe un video su You Tube nel 2006. Da allora il fenomeno si è un po' diffuso ovunque.
Ma le incursioni di Carulli hanno genesi e storia complesse. Se prima ha trasformato il portale che sul lungolago di Pallanza indica la salita Biumi Innocenti del Museo del Paesaggio in un oracolo, successivamente l'area attorno è diventata un giardino zen. Così Carulli ci ha spiegato la sua provocazione: "E' come un sasso gettato nello stagno: questo è il lancio del mio messaggio-suggerimento di sensibilizzazione verso l'arte e gli artisti. In un periodo nel quale a Verbania l'arte sembra oggetto più di scontri politico-ideologici sulla futura gestione del museo, io vorrei preoccuparmi dell'arredo urbano, di una migliore gestione degli spazi pubblici all'insegna del bello".
"Ho iniziato con il mio totem-oracolo attorno al portale rosso di viale delle Magnolie. Con mezzi più semplici e naturali ho costruito un piccolo giardino zen
rappresentato da una scarpa da uomo e una da donna con dentro delle piante. Una sorta di tao "fashion" che rappresenta l'unione degli opposti, una sorta di unione appassionata di yin e yang. Una mini-installazione che ho proposto nel cuore dell'estate anche a Villa San Remigio. Ma nel parco della Villa, a dire il vero, ho lasciato solo una scarpa femminile. Qui, dove da anni sono fermi 5 milioni di euro per renderla un centro vitale per l'arte sul lago, riporterò l'altra scarpa quando finalmente inizieranno i lavori". Una sorta di gioiosa provocazione, ma soprattutto di volontà a richiamare l'attenzione sul tema dell'arte, che per Chayan non può essere solo appannaggio di strutture chiuse.
"In occasione del corso fiorito di settembre invito i verbanesi a non buttare le scarpe vecchie, ma con una piantina trasformarle in piccole opere e abbellire un angolo di città. Il mio è un appello ad un senso semplice e naturale, ad una visione forse un po' disincantata, ad una spiritualità eco orient. Al posto del portale o di arredi urbani simili penso che i turisti e i verbanesi apprezzerebbero delle teche installate sul lungolago dove periodicamente vengono esposte delle opere. Una sorta di percorso artistico".