Nell'ambito dell'undicesima edizione di Terra Arte e Radici, iniziativa promossa da otto comuni della provincia di Varese, presso la Chiesa di Santa Maria al Castello a Besnate, resterà aperta fino al 29 maggio la personale di GP Colombo (Marano Ticino 1954) "La memoria del lavoro" a cura di Cristina Moregola. La mostra comprende un'installazione di cinque metri per due composta da quattro pannelli di ferro dove da tre dei quali calano tre falci, il quarto ospita una fotografia color seppia di alcuni falciatori in un momento di pausa.
Alle pareti, in stretto dialogo frontale, due opere: una è lo studio del progetto che ha portato l'artista a concepire l'installazione, l'altra è l'identica foto dei falciatori, presente sul pannello, volutamente sfuocata a confermare l'indefinitezza della memoria. Abbiamo incontrato l'artista durante l'allestimento della mostra, occasione che ci ha permesso di approfondire il suo percorso artistico.
Le tue prime installazioni riguardavano le pietre Ceruniae, cosa ti attraeva di quelle forme?
"Il loro fascino magico, in antichità la punta di selce rappresentava il tuono e il fulmine caduto a terra, era un simbolo magico, si usava metterlo sulle porte delle cascine perché si sosteneva che dove era caduto un fulmine non ne poteva cadere un altro, era un elemento protettivo".
Ne deduco che l'archeologia è stata, per te, una fondamentale fonte di ispirazione.
"Anni fa fui invitato in Puglia a documentare con disegni e fotografie una serie di ritrovamenti archeologici; a questa prima esperienza ne sono seguite altre, nella maremma meridionale e nel Lazio, sino a concludere tali esperienze presso il Museo Archeologico di Milano. Anni dopo quando ho ripreso a produrre artisticamente, ho iniziato a elaborare quegli elementi che avevo acquisito come disegnatore e a progettare le mie istallazioni".
Andando per ordine…
"Prima sono nati i "Fossili", per fare i quali sono partito dal concetto di abito; sull'abito esiste una tradizione oltre che figurativa, anche verbale che risale alla notte dei tempi; i jeans sono gli indumenti più indossati da decenni e ne ho fossilizzati una serie poiché quel tipo di
indumento non ha perso la sua rappresentatività nel tempo e anche per raffigurarne la memoria".
Dopo di che…
"Alle punte di cui ho già parlato, sono seguiti "Il Drago", figura che ho scoperto al Museo Religioso di Oleggio, era un elemento simbolico che veniva usato nelle processioni di primavera, raffigurava la sconfitta del male ed era anche un segno propiziatorio per raccolti copiosi. Poi sono arrivate "Le Incudini"nate dalla mia passione per la mitologia e per la figura di Efesto, mentre l'idea di "Simpula" è stata una folgorazione durante una visita al castello di Venaria Reale a Torino, dove ho visto esposti dei piccoli mestoli del sesto secolo a.C. dopo di che ho deciso di ingigantirli al fine di stabilire una percorrenza temporale fra gli originali e i miei lavori, colmandoli inoltre di alcuni elementi naturali del nostro territorio".
Veniamo a "I Falciatori", lavoro che caratterizza questa mostra.
"I Falciatori" prendono origine dal ritrovamento di una vecchia foto che ritrae un gruppo di falciatori in piedi con i loro strumenti di lavoro, un lavoro che si è protratto sino alla fine degli anni Cinquanta, quell'immagine mi è rimasta dentro, così ho iniziato ad elaborare alcuni progetti prima cercando un connubio fra fotografia e disegno poi pensando ad una installazione in grado di fare convivere gli elementi storici a quelli evocativi".
GP Colombo – "La memoria del lavoro"
Besnate, Chiesa di Santa Maria al Castello
Dal 21 al 29 maggio 2011
Orari: sabato e domenica, dalle 16.00 alle 18.00
A cura di Cristina Moregola