Novara – I 1600 anni di quel luogo incantato unico al mondo vengono celebrati dalla mostra “Il Mito di Venezia da Hayez alla Biennale” a cura di Elisabetta Chiodini, corredata da prestigioso catalogo METS percorsi d’Arte, in corso presso il Castello Visconteo Sforzesco a Novara.
Chi nel tempo ha percorso calli, sottoporteghi, fondamenta, campi e campielli lontani dalle traiettorie di massa concedendosi il piacere di sostare negli ultimi storci “bacari” dove si mesce gradevole prosecco da bottiglia senza etichetta accompagnato da tonde polpettine sfornate al momento, potrà sentirsi dire dagli anziani avventori, accortisi della forestiera presenza, che Venezia va percorsa con passo leggero perché è fragile.
Tale delicata misura appare nella dama con parasole di Angelo Dall’Oca Bianca in “Passeggiata sul Ponte Nuovo”.
Così percorrendo le otto sale che compongono l’esposizione, con opere provenienti in maggior misura da collezioni private, si comprende l’impronta accademica autorevolmente presente in quasi tutti i dipinti.
Tale cifra stilistica evidenzia la “Venere che scherza con due colombe” ritratto della ballerina Cecille Chabert seguito dalla signorile eleganza del “Ritratto femminile” entrambi eseguiti da Francesco Hayez.
Di imponetene scenografia appare, dello stesso autore, “Prete Orlando da Parma inviato di Arrigo di Germania e difeso da Gregorio VII contro il giusto sdegno del sinodo romano”.
Il teatro della vita trova compimento nel “Mercato a Badoere” per mano di Guglielmo Ciardi e in eguale misura ne “Il mercato di Campo san Polo a Venezia in giorno di sabato”, olio su tela di Giacomo Favretto.
Il campo visivo si allarga nelle opere presenti nella seconda sala con la “Veduta della Riva degli Schiavoni in Venezia” di Giuseppe Canella sino alla “Veduta del molo da Palazzo Ducale verso la chiesa della Salute” di Ippolito Caffi per chiudere con “Il Viatico delle Zattere a Venezia; effetto di notte” (un Truffaurt ante litteram) di Federico Moja.
Dal pubblico vociare si passa al chiuso familiare dove Giacomo Favretto dall’ironia di “Coco mio” passa alle più misurate intimità de “Il bagno”
Dopodiché, come in una commedia goldoniana, non poteva mancare una sala dedicata agli idilli amorosi.
Ma è di nuovo lo sguardo malizioso di Favretto a cogliere “La moglie di un pittore ingelosita” arrivando al mistero discreto di una dama, ritratta di spalle, colta a pochi passi da un “Ingresso d’una casa patrizia”.
Un particolare focus è riservato, nella settima sala, a Luigi Nono con opere atte a descrivere la devozione popolare espressa dall’artista con sentita partecipazione.
La Biennale d’Arte incombe segnando il passaggio dall’800 al secolo breve, dove la pittura si libera in parte dalle impalcature classiche aprendosi alla dinamicità di un gruppo di bagnanti ritratte in “Luglio” da Ettore Tito, mentre i bagliori dell’impressionismo vibrano ne “Il Bucintoro” di Guglielmo Ciardi.
Il Mito di Venezia da Hayez alla Biennale” – Novara. Castello Visconteo Sforzesco, Piazza Martiri della Libertà 3. Fino al 13 marzo 2022. Orari: martedì – domenica 10-19. Aperture straordinarie: mercoledì 8 e domenica 26 dicembre. Sabato 1, giovedì 6 e sabato 22 gennaio. Chiuso venerdì 24, sabato 25 e venerdì 31 dicembre. Biglietti: intero Euro 12; ridotto Euro 10
Mauro Bianchini