Milano – Simone D’Auria, classe 1976, è una delle personalità artistiche più interessanti del panorama creativo internazionale che propone, per l’appuntamento milanese alla galleria Spirale, una mostra/installazione con 60 opere realizzate nel corso degli ultimi dieci anni.
“My World”, il titolo della personale, esplora la ricerca più recente dell’artista bergamasco di nascita, ma milanese di adozione, tratte da alcuni dei suoi cicli più famosi. Si parte dal progetto “Spoon”, la serie di cucchiai giganti (alti oltre 150 cm) che richiamano Claes Oldenburg, realizzati in plastica riciclata, simbolo della rigenerazione dei materiali inquinanti presenti nei mari e negli oceani. D’Auria si concentra sul rapporto dell’individuo con il mondo, approfondendo il tema della fame, intesa come fame di vita, di pensiero, di libertà, di esperienze, di apertura verso gli altri. “Spoon” si evolve nella creazione dei dipinti di Mr. Spoon , un personaggio-icona dotato di una propria dimensione artistica che vive all’interno di capolavori come la Danza di Matisse, l’Urlo di Munch, o di opere di autori quali Magritte, Banksy, Jeff Koons, Keith Haring e molti altri ancora.
Nel percorso espositivo trova spazio anche il progetto solidale che D’Auria ha sviluppato in collaborazione con la Zoological Wildlife Foundation di Miami, nel quale ha fatto interagire alcuni animali, tigri e scimpanzé, con alcune sue sculture come Tank o Wow, realizzate per sensibilizzare la salvaguardia delle specie animali in pericolo di estinzione. Il tema della difesa della natura è infatti molto presente nei lavori dell’artista. La scultura Good boy, è uno degli esempi più significativi, esposta per la prima volta, con uno squalo che addenta un globo, simbolo della terra, o “Moby sbang“, una balena stilizzata dalle superfici specchianti.
In mostra anche alcune sculture realizzate in fibra di vetro appartenenti alla serie Fuck-Tank, nella quale, con il suo spirito dissacrante, l’artista crea dei piccoli carri armati in fibra di vetro, le cui forme non convenzionali diventano uno strumento per proteggersi dalle sfide quotidiane dell’esistenza.
Infine, al piano sotterraneo della galleria, una sala fa dialogare gli acrilici su tela della serie Sorry Fontana, che interpreta i famosi tagli dell’artista italo-argentino, con la scultura di Pinocchio che pende dal soffitto.
La visita alla mostra, in calendario sino al 29 gennaio, è accompagnata dalla colonna sonora composta appositamente dal musicista Matteo Rigamonti. In occasione dell’esposizione è stato realizzato anche un volume (Skira) con testi di Milovan Farronato. Orari: da martedì a sabato 11.30-15.30 /16.30-19.30.