Un buon motivo – Un artista originale, affezionato alla sua terra e preoccupato per la condizione odierna del mondo contemporaneo. La natura inquinata, la mancanza di rispetto per l'ambiente e in senso più ampio il non-rispetto verso la vita. Dietro ogni opera di Vito Mele appare una profonda riflessione sul panorama attuale, sulle prospettive presenti e future.
Una mostra allestita nell'ampio spazio di Leggiuno, sede del comitato locale Ar.Pi.Ca, propone il nuovo lavoro dell'artista natio di Lecce che da tempo opera a Milano. Esposte una serie di sculture di modeste dimensioni che propongono l'intero percorso del creativo.
Un'attività che parte dalla pittura e si sposta – ormai più di trent'anni fa – sull'arte plastica, più affine alla ricerca di Mele.
Simboli costanti – Nelle opere dell'artista molte le forme che si ripetono e una su tutte: la sfera. Un tondo perfetto in legno, bronzo o marmo, che simboleggia il mondo; la Terra appare ancorata nel supporto o, più spesso, è sospesa. Appesa ad un sottile filo in nylon, legata ad una barra di bronzo che prolunga un cielo graffiato e forato, oppure tra le mani come sorgente di una nuova vita. "E' stata una buona idea quella di introdurre questo mondo nelle mie opere", afferma Mele, "ho inserito questo elemento plastico in un monumento pubblico proprio nella provincia di Varese, a Brissago Valtravaglia e da allora ad oggi sto continuando con questa scelta che trovo originale, non ho mai visto nessun'altro usare la sfera e il concetto stesso di mondo, nell'accezione che ho dato io". Le sculture di Mele nascono da una profonda conoscenza della tecnica, da un amore per il materiale che viene ustao studiato in studio e recuperato in diversi luoghi d'Italia, come nel caso del marmo bianco, che proviene esclusivamente da Carrara. L'artista adottato da Milano dimostra una autonomia di linguaggio pur richiamando nelle forme i grandi maestri del Novecento a partire dalle amicizie personali con alcuni maestri come Arnaldo Pomodoro, Francesco Messina, Alik Cavaliere o il vicino Floriano Bodicni a cui ha dedicato una delle opere esposte.
Un lungo percorso – Vito Mele, classe 1942 nasce a Presicce (LE), dal 1959 si trasferisce a Milano, dove lavora e, a partire dagli anni '80, dirige importanti aziende leader mondiali per la lavorazione dei metalli, un settore che gli permette di conoscere e frequentare importanti artisti contemporanei.
Autore di opere monumentali in Puglia, dove si trova anche il museo d'arte contemporanea che ospita una sua scultura e porta il suo nome (Museo Mele, Santa Maria di Leuca – LE). Fondata da Mele nel 2004 la sede museale ospita numerose opere di maestri dell'arte contemporanea, tra fine Ottocento e Novecento. Diverse le esposizioni personali, a partire dalla sua regione natia, ma anche al nord: nel 2006 a Garbagnate (MI); nel 2007 allo Spazio Zero di Gallarate; lo stesso anno è anche a Novate Milanese; nel 2008 a Desio, a Gravedona (CO) e a Piacenza. Quest'anno ha già esposto a Milano alla Galleria Scoglio di Quarto e in Valle d'Aosta, nelle scuderie del Forte di Bard.
L'artista è attualmente nella nostra provincia con due esposizioni: la prima in corso a Leggiuno e un'altra mostra, ospitata a Brissago Valtravaglia nella sede del Comune, visitabile fino ai primi giorni di settembre.