Anche quest'anno la Fondazione Marino Golinelli, in partnership con la Triennale di Milano, allestisce una mostra che cerca di esplorare il rapporto tra gusto e nutrizione e i meccanismi che lo regolano, attraverso un progetto che, ormai da qualche anno con successo, fonde l'aspetto scientifico con quello artistico.
Le aree tematiche in cui è suddiviso il percorso, intitolato "Gola, Arte e scienza del gusto", sono cinque: "I dilemmi dell'onnivoro", "I sensi del gusto", "Buono da pensare", "I segreti del cibo-spazzatura" e "La ricostruzione del gusto". In ognuna di esse si affiancano opere ed esibizioni artistiche, a cura di Cristiana Perrella, con interessanti approfondimenti scientifici di taglio divulgativo, affidati a Giovanni Carrada.
La domanda che sta alla base di questa bella esposizione è semplice. Cosa c'è dietro il piacere della tavola? C'è senz'altro l'evoluzione dell'uomo e la sua capacità di adattamento. Ma c'è anche l'emozione, il gusto ai quali partecipano tutti i nostri sensi e il nostro cervello, dandoci una sensazione completa e unica. Ma cibo significa anche cultura alimentare, storia e identità per ognuno di noi. Oggi, però, si assiste a una transizione nutrizionale pericolosa. L'industria riesce a produrre cibi che stimolano in maniera innaturale i meccanismi della gratificazione e del piacere, agendo spesso come droghe sul cervello (pensiamo alla stimolazione delle endorfine e della dopamina) e creando dipendenza. Questo provoca il diffondersi di fenomeni come l'obesità che ha costi sociali molto elevati. Bisogna quindi
pensare a recuperare un atteggiamento più responsabile anche quando ci sediamo a tavola, per orientarci verso una alimentazione più sana.
In questo percorso, che ho tratteggiato in modo assolutamente sintetico, si inserisce il discorso artistico con opere spesso provocatorie come quella di Cleryl Donegan. Un video dove l'artista è filmata mentre beve latte, che sgorga da un contenitore, e, alla fine, lo sputa contro il muro, come in una specie di "action painting", a metà tra ironia ed erotismo.
Da segnalare anche la performance in video di Marina Abramovic che mangia una cipolla cruda, mentre racconta alcuni momenti più difficili della sua vita, soffocando il disgusto che le procura questo pasto e lasciando che sul suo viso scorrano le lacrime che la cipolla (e, forse, certi ricordi) le stanno provocando.
Le opere d'arte, inoltre, si soffermano non solo sul sapore ma anche sul colore dei cibi (Sophie Calle) o sul loro profumo (Ernesto Neto), cercando di riportare alla luce memorie del passato, come Anri Sala (un filmato descrive i gesti rituali per realizzare un piatto tipico dei Balcani). Non manca, una scena di quattro minuti, da un lungometraggio di Jorgen Leth, nel quale Andy Warhol mangia in silenzio un grosso hamburger né il richiamo alla bibita più famosa al mondo, la Coca Cola, di cui Sharmila Samant in qualche modo contesta la pervasività
nel mondo.
L'arte riesce anche a documentare gli eccessi dell'alimentazione o il cosiddetto cibo-spazzatura, come Martin Parr e le sue fotografie scattate prevalentemente in fast food. E chi, come Christian Jankowski, si impone di mangiare solo ciò che può cacciare con arco e frecce. Ma, siccome è in un contesto moderno, va a scovare… la "selvaggina" in un supermercato, infilzando tutti i prodotti confezionati che poi pagherà alla cassa.
Tra le opere da segnalare anche quelle di Boaz Arad, Gabriella Ciancimino, e Hannah Collins, mentre ancora un collegamento esplicito tra sesso e gusto ce lo fornisce il video di Marylin Minter, già utilizzato da Madonna, che mostra una bocca che lecca sensualmente gelatine colorate e caramelle sulla superficie di un vetro.
La mostra, piena di stimoli e di informazioni utili per cominciare a riflettere sul nostro modo di alimentarci, adatta ai più giovani cui è dedicato anche un apposito laboratorio, resterà aperta alla Triennale di Milano, in viale Alemagna al 6, dal 31 gennaio al 12 marzo. Verrà poi riproposta a Bologna, nell'ambito della manifestazione "Scienza in piazza" dal 28 marzo al 13 aprile.
Orario di apertura: da martedì a domenica dalle 10,30 alle 20,30 e giovedì dalle 10,30 alle 23,00 (lunedì chiuso). Ingresso: 8 euro.